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Scuole dell’infanzia, ultima spiaggia?

Preoccupazione all'assemblea Fism a Vittorio Veneto.

Scuole dell’infanzia, ultima spiaggia?

Per le scuole dell’infanzia paritarie la situazione si fa di mese in mese più difficile e preoccupante. Nell’ultimo anno e mezzo in provincia di Treviso, nell’indifferenza pressoché generale, hanno chiuso i battenti 8 scuole dell’infanzia parrocchiali: è la punta dell’iceberg di una criticità che, se le cose non cambiano, metterà al tappeto anche altre realtà. Sulla situazione si sono confrontati i rappresentanti delle 224 scuole dell’infanzia aderenti alla Fism provinciale di Treviso, riunitisi giovedì scorso in Seminario a Vittorio Veneto per l’assemblea annuale. È stata l’occasione per un bilancio del lavoro svolto dal nuovo presidente Stefano Grando e dal consiglio direttivo, dove c’è stato un consistente ricambio. Le relazioni hanno evidenziato lo sforzo organizzativo in atto a livello provinciale per razionalizzare tante voci di spesa e per af- P frontare le difficoltà: «È tutta un’emergenza, con continue situazioni di crisi: cassa integrazione, problemi con i dipendenti, ecc.», ha spiegato Grando. A rendere sempre più critica la situazione finanziaria delle scuole paritarie sono i ritardi e i tagli all’assegnazione dei contributi da parte degli enti pubblici. Per l’anno scolastico in corso lo Stato ha ulteriormente ridotto del 4% il suo contributo (che nel giro di 7 anni è stato tagliato del 95,5%), ora a 472 milioni, senza che finora sia stata erogata alcuna somma. Le erogazioni della Regione Veneto procedono anch’esse con grande ritardo. Le casse in rosso delle scuole paritarie attendono circa 87 milioni di euro: 2,7 milioni per i “nidi” relativi al 2013; 42 milioni del 2014 ed altri 42 milioni del 2015. È stato annunciato – probabilmente complice il clima da campagna elettorale – il pagamento di 21 milioni del 2014, che però ancora non ci sono. «Con la possibilità concreta – spiega il presidente Grando – che dopo giugno le scuole non riescano più a pagare le insegnanti». Il presidente Fism ha richiamato l’attenzione sul convegno regionale dello scorso 18 aprile a Vicenza – che doveva rappresentare un momento forte di protesta –, però con una partecipazione non adeguata alla gravità della situazione: «Non possiamo più gridare “al lupo, al lupo” e poi non attivarci di conseguenza» ha detto Grando. Nel frattempo anche a Vittorio Veneto è stato riproposto che venga chiesto al Parlamento europeo di avviare una procedura d’infrazione contro l’Italia per il mancato rispetto nelle norme Ue. Per provare a smuovere le acque, richiamando istituzioni e politica alle loro responsabilità e a sensibilizzare l’opinione pubblica, nel corso dell’assemblea è stata presentata l’iniziativa della "giornata del bambino", in corso di definizione in questi giorni d’intesa con le altre Fism provinciali. Entro maggio, in orario scolastico, in tante piazze del Veneto si terranno dei raduni di alunni – a livello comunale o sovracomunale – per fare giochi ed attività insieme alle loro insegnanti. Sarà un modo per dimostrare il valore ed il servizio pubblico svolto dalle scuole paritarie. Dopo i continui appelli, le richieste e le proteste di questi anni, le scuole Fism bussano in questo modo alla porta delle istituzioni per chiedere rispetto e considerazione, con la consapevolezza che potrebbe essere l’ultima spiaggia. Altrimenti, presto dovremo registrare altre “morti”, alla stregua di un’eutanasia annunciata, con buona pace di tutti.

Franco Pozzebon

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