TREVISO E BELLUNO: ricerca della Fnp Cisl sulle case di riposo
Rette insostenibili senza il sostegno della famiglia o del Comune di residenza
Rette a carico delle famiglie tra i 51 e 65 euro, Carta dei servizi non pubblicata in un caso su tre a Treviso e al 50% nel Bellunese, problemi strutturali di organici e assistenza. È quanto emerge da una ricerca della Cisl FNP Belluno Treviso sulle case di riposo nelle due province.
TREVISO -Le strutture prese in esame dalla Federazione dei Pensionati della Cisl sono 46, di cui 20 Ipab, 9 enti privati, 9 fondazioni, 5 enti religiosi, un ente comunale, 2 cooperative, per un totale di 6.239 posti letto autorizzati e 2.003 posti letto accreditati. Si tratta delle strutture più vicine al mondo della non autosufficienza. La ricerca evidenzia che mediamente per una stanza a due letti la famiglia dell’anziano paga dai 51 ai 65 euro al giorno, al netto della quota a carico del sistema sanitario. Nelle Rsa l’età media degli ospiti è di 83,5 anni e il 76% sono donne, nella maggioranza vedove. In provincia di Treviso su 219.943 pensionati, 79.967 (36%) ricevono una pensione sotto i 1000 euro lordi al mese e 98.007 (44%) ricevono tra 1.000 e 2.000 euro lordi; nessuno di questi potrebbe permettersi di pagare una retta, anche la più bassa di 51 euro, senza l’intervento della famiglia o del Comune di residenza. Va infine sottolineato che in più di un caso su tre (17 strutture su 46) nei siti delle case di riposo non è presente la “Carta dei servizi”, la cui pubblicazione è obbligo di legge e strumento prezioso per le famiglie al fine di scegliere la struttura più adatta all’anziano.
BELLUNO - Per quanto riguarda il territorio di Belluno sono stati analizzati 29 istituti, per un totale di 2.079 posti letto autorizzati e 2.003 posti letto accreditati. Sotto la lente 10 istituzioni comunali, 5 enti religiosi, 2 Ipab, 5 società di capitali, 2 società cooperativa, 3 fondazioni, 2 onlus: come nella Marca, un insieme di società, enti e cooperative che agiscono nello stesso settore con regole diverse. Colpisce il fatto che 8 istituzioni comunali su 10 non pubblichino la carta dei servizi. Per quanto concerne le rette, ben 16 istituti su 29 - oltre la metà degli istituti certificati all’assistenza delle persone non autosufficienti - non pubblicano le quote. In provincia di Belluno, su 53.172 pensionati, quelli che non raggiungono i 1.000 euro al mese sono uno su tre: 18.842 (35%). I pensionati che arrivano a 2.000 euro sono 22.274 (42%).
LE PROPOSTE - Le case di riposo, così come tutto il sistema dell’assistenza territoriale, vanno rimesse al centro. “Il problema riguarda tutti - sottolinea il segretario generale della Cisl FNP Belluno Treviso Franco Marcuzzo (nella foto) -, gli anziani e le famiglie vanno aiutate con forme di abitare condiviso (cohousing), nell’ambito di un progetto che miri al mantenimento dell’autonomia della persona anziana all’interno di una abitazione e allo stesso tempo di condivisione dei diversi servizi che l’ente gestore può offrire”. “Vanno sviluppate - prosegue Marcuzzo - le strutture di prossimità, come le case della comunità e potenziate le cure domiciliari, così come vanno definiti progetti individualizzati di assistenza integrata perché ogni soggetto ha bisogni diversi in base a patologie pregresse”. Infine vanno presi i dovuti provvedimenti di sostegno, a partire da quello previdenziale, ai caregiver, i familiari che assistono a tempo pieno e a titolo gratuito un proprio parente anziano
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