È uno dei dati significativi emersi dal convegno “Casa Sicura. Sostenibilità demografica e invecchiamento attivo nella propria abitazione”, organizzato dall’Associazione Comuni della Marca Trevigiana insieme ad Anap – Confartigianato Persone di Treviso, e che ha visto la partecipazione di un centinaio di persone tra amministratori e personale degli enti locali.
Dietro il dato fornito dal presidente di Anap, Fiorenzo Pastro, c’è una storia bella e paradigmatica. Nasce in un istituto superiore tecnico di Montebelluna in cui l’Anap aveva presentato un progetto che invitava i ragazzi a fare una ricognizione nelle abitazioni dei propri nonni per valutare, in base ad un test fornito, se fossero sicure e, in caso non lo fossero, fornivano delle indicazioni per renderle tali.
Il ragazzo in questione – che chiamiamo Davide (nome di fantasia) – ha fatto un sopralluogo insieme al papà e ha documentato le criticità presenti in base al test di autovalutazione fornito dall’Anap. Quindi, sempre insieme al padre, hanno bonificato l’immobile trasformando la casa-trappola dei nonni in una casa-amica. Costo degli interventi: appunto 265 euro.
Cosa hanno fatto esattamente Davide e il padre?
- Sul vialetto che conduce in casa hanno evidenziato con nastro adesivo colorato gli scalini presenti
- Nel garage hanno spostato e appeso una serie di attrezzi che ostacolavano l’uscita dell’auto ed erano motivo di possibile inciampo e hanno installato delle luci che ci accendono automaticamente per non far scendere i nonni dall’auto al buio quando parcheggiano la sera
- Hanno messo dei corrimano lungo tutte le scale
- Hanno fatto togliere o bloccare i vari tappeti sparsi per casa
- Hanno spostato un paio di prolunghe per la corrente facendole scorrere sui bordi del muro e sui battiscopa
- Hanno messo dei maniglioni di appoggio nei bagni e vicino al water e al bidè
- Hanno fatto sparire i tappeti scendiletto che di notte, quando ci si alza per andare in bagno, sono un vero motivo di inciampo
- Hanno messo dei sensori che, di notte, accendono la luce in automatico nel percorso bagno-camera da letto.
Per i nove piccoli interventi nella casa dei suoi nonni, Davide è stato il più bravo tra i ragazzi premiati.
Ma tali gesti di amore, che uniscono le generazioni, sono alla portata di tutti. Questo è il messaggio che si è voluto lanciare ai cittadini, con il convegno dell’altra sera, e in particolare ai primi cittadini che possono sensibilizzare in modo efficace la popolazione residente nel proprio Comune.
Rendere sicure le case degli anziani può risparmiare molte pene: gli infortuni in casa hanno conseguenze drammatiche su chi li subisce e hanno pure notevoli costi sociali.
Secondo i calcoli offerti da uno relatori, il dott. Carmelo Rigobello, Consulente ANAP, già direttore Confartigianato Persone e già direttore generale ex Aulss 5, se si eliminassero gli incidenti domestici il risparmio per la sanità pubblica – e dunque per le tasche dei cittadini – sarebbe pari a 587 milioni di euro a livello nazionale e a 51 milioni per il Veneto. Un bel tesoretto che diventerà ancora più significativo in futuro, quando, a fronte dell’aumento dell’invecchiamento della popolazione, le risorse pubbliche diminuiranno a causa di un minor gettito raccolto dallo Stato dovuto ad una minore popolazione occupata.
I dati demografici relativi alla nostra provincia li conosciamo e sono impietosi. Al 31.12.2021 a fronte di una popolazione di 876.755 abitanti, gli over 65 sono risultati il 22,7% dei residenti. L’indice di vecchiaia, se nel 2022 era pari a 124,0, oggi è salito a 169,2. La metà degli ultra 75enni (il 52%) vive da sola con i rischi e i problemi delle problematiche connesse alla solitudine e a forme di demenza che possono manifestarsi in età avanzata.
Insomma, se l’obiettivo è quello di lasciare gli anziani più a lungo possibile nelle loro abitazioni - perché questo è ciò che loro stessi vogliono e chiedono – serve pensare in un certo modo le politiche pubbliche, in particolare quelle connesse al sociale e all’edilizia. E serve, da subito, creare sicurezza nelle abitazioni esistenti.
L’Anap ha chiesto all’Associazione Comuni e agli amministratori presenti, ma anche all’Ulss 2 rappresentato al convegno dal direttore generale dott. Francesco Benazzi, per i saluti iniziali, e dal dott. Roberto Rigoli, direttore dei Servizi Socio-Sanitari Azienda Ulss2, di farsi parti attive di una campagna di sensibilizzazione sul territorio per abitazioni a misura di anziano.
DICHIARAZIONI
Paola Roma, presidente Associazione Comuni Marca Trevigiana
«Lo scopo del convegno è aiutare le persone a pensare come ricreare intorno a sé spazi di vita sicuri all’interno della propria casa - spiega Paola Roma, presidente dell’Associazione Comuni della Marca Trevigiana -. I Comuni diventano supporto per i propri cittadini impegnati in questo percorso che abbraccia sia l’ambito sociale che quello tecnico. Il primo coinvolto nell’abbattimento di quelle barriere domestiche che possono evidenziarsi anche a causa di incidenti inducendo a ripensare gli spazi nella propria abitazione; il secondo per le comunicazioni di inizio lavori per eventuali ristrutturazioni edilizie. Le case a misura di persona fragile dovranno prevedere anche una rete territoriale collegata alla telemedicina per limitare l’accesso della persona anziana alle strutture sanitarie, in questo anche la domotica potrà giocare la propria parte. È sempre più centrale il ruolo dei Comuni negli scenari sociosanitari attuali e futuri».
Fiorenzo Pastro, presidente Anap Confartigianato Persone «La casa è il nostro principale luogo di vita, ambiente di relazione di affetti – spiega Fiorenzo Pastro, presidente Anap Confartigianato Persone che aprirà i lavori del convegno e parla da 75enne, ancora in ottima forma ma con lo sguardo proiettato al domani -. Nella nostra casa c'è la storia della nostra vita, ci sono le nostre radici e la maggior parte di noi desidera continuare a vivere dove ha sempre vissuto».
«Purtroppo le nostre abitazioni per la maggior parte non sono a misura di noi anziani perché le abbiamo costruite quando eravamo giovani senza pensare a quando saremmo invecchiati - continua Pastro -. È per questo che in casa avvengono la maggior parte degli incidenti domestici che, quando non mortali, comportano ospedalizzazioni, lunghe degenze e spesso accelerano la morte degli anziani. Per prevenirli serve una vera e propria “bonifica domestica” ovvero mettere in campo semplici accorgimenti che rendano più sicure e a misura di anziano le abitazioni».
(comunicato stampa)