VENETO: Regione approva legge per piena integrazionescolastica di studenti con diabete, epilessia e altre patologie croniche
Stanziati i primi fondi
Redazione Online
28/02/2023

Anche i bambini e i ragazzi che necessitano di ricoveri ospedalieri e di cure domiciliari hanno il diritto di poter studiare, di frequentare la scuola e di conseguire le tappe del percorso scolastico come i loro coetanei. Lo specifica, nero su bianco, la nuova legge approvata dal Consiglio regionale del Veneto, su proposta della consigliera polesana Simona Bisaglia (Lega-Lv). La nuova legge – varata con consenso bipartisan - rafforza le linee di indirizzo ministeriali già esistenti per la scuola in ospedale (SiO) e per l’istruzione domiciliare (ID) e specifica che tutti gli alunni con problematiche di salute, che possono causare assenze dalla classe per degenze in ospedale o per effettuare cure domiciliari, hanno diritto ad essere seguiti dai loro insegnanti, a rimanere al passo con le attività della loro classe e ad essere sostenuti, alla pari dei loro coetanei, nei percorsi di apprendimento e nel conseguimento dei risultati scolastici. “Questa iniziativa legislativa – ha spiegato la proponente – è nata dalle segnalazioni espresse da famiglie di ragazzi che soffrono di diabete o di epilessia, e che in ambito scolastico si trovano a scontare carenze assistenziali e difficoltà nel seguire le attività curriculari. Sono almeno 6mila ragazzi (e famiglie) in Veneto che scontano queste difficoltà: nessuno deve sentirsi escluso o messo ai margini nella comunità scolastica. Il principio-guida che vogliamo affermare è che tutti hanno diritto alla scuola, non solo come esperienza di apprendimento culturale, ma anche come esperienza di partecipazione, socializzazione e crescita interpersonale. Le nuove disposizioni prevedono interventi di formazione per il personale scolastico in modo che i ragazzi possano assumere i farmaci prescritti ed essere soccorsi in modo adeguato dagli operatori scolastici nell’eventualità di eventi critici. La formazione, che sarà affidata alla Fondazione Scuola di Sanità pubblica, dovrà aiutare docenti e ausiliari a sviluppare un approccio attento e multidisciplinare alle complesse problematiche che uno studente con problemi di salute e la sua famiglia possono incontrare in ambito scolastico. Si prevedono inoltre contributi specifici agli istituti scolastici perché investano in tecnologie e in dispositivi informatici per attività didattiche a distanza”.

Per il primo triennio di applicazione (2023-2025) la nuova legge ha una dotazione finanziaria di 33.900 euro l’anno, da ripartirsi in contributi alle scuole per la formazione degli insegnanti e del personale scolastico e in contributi per l’acquisto di tecnologie che facilitino l’attività didattica a distanza. In sede di prima applicazione della legge, verrà individuato un istituto per provincia, scelto di comune intesa tra Regione e Ufficio scolastico regionale, dove sperimentare tale approccio inclusivo.

Sostegno e plauso al provvedimento sono stati espressi dal portavoce dell’opposizione Arturo Lorenzoni e dalla consigliera Erika Baldin (M5S), che tuttavia avevano proposto - senza successo - alcune modifiche lessicali al testo per renderlo coerente con l’approccio inclusivo e di rispetto per la persona. Anche Cristina Guarda (Europa Verde) aveva suggerito, senza trovare consensi nella maggioranza, di privilegiare investimenti nell’informatica ‘verde’ (green computing) per garantire all’iniziativa le migliori opportunità di successo. “L’esperienza della didattica a distanza durante il Covid – ha aggiunto Annamaria Bigon (Pd), vicepresidente della commissione sanità – ci ha mostrato quanto le nuove tecnologie e una scuola moderna e attrezzata siano importanti per classi inclusive, attente ai bisogni dei ragazzi più in difficoltà”. Elena Ostanel (Veneto che vogliamo), insieme a Erika Baldin, hanno messo in luce l’esiguità delle risorse previste per realizzare gli scopi della legge. Dai banchi della maggioranza Stefano Giacomin (Lega-Lv) ha raccomandato maggior dialogo e collaborazione tra scuola e servizi sanitari per il pieno inserimento scolastico di studenti con problemi di salute.