VENETO: ludopatia, nuova legge restrittiva
Aumenterà l'Irap per gli esercenti che installano apparecchiature
Una legge di riordino, che fa chiarezza e mette dei paletti, stabilendo distanze minime, orari di apertura, aumento di tassazione e sanzioni, al fine di contrastare la piaga della ludopatia. Per l’assessore regionale alla sanità e al sociale, Manuela Lanzarin, il testo approvato oggi dal Consiglio regionale del Veneto, sintesi di quattro diverse proposte depositate negli anni, rappresenta un risultato importante e significativo. Si tratta di un provvedimento restrittivo, voluto e appoggiato dalla Giunta per far ordine tra le diverse norme regionali adottate dal 2015 in poi e per dare certezza agli enti locali che, con ordinanze proprie, hanno adottato ordinanze e regolamenti su distanze e orari. Con la nuova legge si stabiliscono distanze minime di 400 metri dai luoghi sensibili, orari di apertura (che la Giunta fisserà per fasce uguali su tutto il territorio veneto per evitare migrazioni tra una zona e l’altra), aumento massimo dell’aliquota Irap per gli esercenti che installano apparecchiature da gioco al valore massimo possibile previsto (lo 0,92 per cento rispetto allo 0,20 previsto dall’articolo 20 del collegato del 2015 alla legge di stabilità) e sanzioni fino a 6 mila euro: così si fa finalmente chiarezza e si introducono criteri di omogeneità per tutto il territorio regionale.
Il Veneto è la terza regione in Italia per quantità di denaro giocata alle cosiddette ‘macchinette’ (AWP) e alle videolottery. Nel 2017 il volume delle giocate complessive nel territorio regionale ha superato i 6,1 miliardi di euro, di cui tre quarti alle new slot, con una spesa pro capite (compresi neonati e centenari) di 1244 euro. Si stima che i giocatori d’azzardo problematici siano 32.500 (cioè lo 0,8 % della popolazione attiva) e che quelli patologici, che cioè si rivolgono ai Servizi pubblici per le dipendenze, siano tra i 3.700 e i 3.200.
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