VENETO: nel 2020 bene i cereali e le colture industriali
Rese record si sono registrate per il mais
Redazione Online
27/06/2021

Prosegue l’analisi quotidiana di Veneto Agricoltura dei singoli comparti del primario veneto in vista della pubblicazione, venerdì 26 giugno, del Report finale della congiuntura dell’annata agraria 2020. Dopo la presentazione nei giorni scorsi dei risultati di pesca e lattiero-caseario, il focus odierno punta i riflettori sui cereali e le colture industriali (si veda anche il video di VenetoAgricolturaChannel su: https://www.youtube.com/watch?v=cPY2QCMQ7qo) che, grazie ad un andamento climatico particolarmente favorevole, ha registrato nel Veneto un incremento generalizzato a due cifre delle rese produttive, recuperando così le flessioni registrate nel 2019.

Rese record si sono registrate per il mais (11,3 t/ha, +30,7%) e la colza (3,6 t/ha, +33,7%), con produzioni in forte ripresa nonostante la riduzione delle superfici investite che hanno interessato soprattutto il mais da granella (153.700 ha, -4,8%) e i frumenti, sia il grano tenero (85.100 ha, -6,7%) che, in particolare, il grano duro (10.200 ha, -28% il calo delle superfici coltivate). In aumento invece gli investimenti a orzo (circa 19.000 ha, +10,5%) e sorgo, le cui superfici (7.250 ha circa) sono più che raddoppiate rispetto all’anno precedente. Nel complesso, il valore della produzione dei cereali è salito a oltre 500 milioni di euro (+22,4%)

Annata positiva anche per le colture industriali, in particolare i semi oleosi: in crescita gli ettari coltivati a soia (136 mila ettari circa, +1,6%), oltre che le rese (3,7 t/ha, +9,4%) e di conseguenza le quantità prodotte (498.000 t, +11%). In aumento anche il prezzo medio annuo (+12,8%), sulla scia delle tensioni presenti sui mercati internazionali, dovute alle pessimistiche previsioni per i raccolti mondiali e alle difficoltà degli scambi in seguito alle limitazioni imposte per il contenimento della pandemia di Covid-19.

Ottima annata anche per il girasole, che ha visto aumentare gli investimenti (5.360 ha, +21,9%) e la colza (3.200 ha, +14,9%), che ha registrato anche rese record. In riduzione invece le superfici coltivate a barbabietola da zucchero (9.100 ha, -8,1%) e tabacco (3.900 ha, -6,9%), le cui produzioni sono comunque aumentate a 630.800 t (+5%) per le barbabietole e 13.400 t (+15%) per il tabacco in virtù del netto miglioramento delle rese produttive, salite rispettivamente a 69,4 t/ha (+14,3%) e 3,4 t/ha (+23,5%). Nel complesso il valore della produzione delle colture industriali viene stimato a circa 239 milioni di euro (+16,5%).

Se il lockdown per il contenimento del Covid-19 ha inciso poco sulle scelte di investimento e le rese produttive, altrettanto non si può dire per ciò che riguarda la commercializzazione a livello mondiale e i mercati delle commodities. Infatti, nonostante i buoni andamenti dei raccolti e le discrete disponibilità di prodotto, nelle principali piazze di contrattazione del Nord Italia e di riferimento per le produzioni regionali, si è osservata una generalizzata tendenza al rialzo delle quotazioni sulla scia dell’andamento dei mercati internazionali, soprattutto nella seconda parte del 2020, che ha riportato le medie annue su valori positivi per la maggior parte dei prodotti.