VENETO: vendemmia 2020, le prime indicazioni
Si prospetta una buona annata
Siamo appena a fine maggio ma la vendemmia 2020 si annuncia già sotto il profilo produttivo come un’annata medio-alta e anticipata rispetto agli ultimi anni, in particolare al 2019. A dirlo è Diego Tomasi del CREA-VIT di Conegliano che, assieme ad altri esperti, fornirà le anticipazioni aggiornate sulla prossima vendemmia in occasione del primo focus del Trittico Vitivinicolo, evento di Veneto Agricoltura e Regione che, a causa dell’emergenza per Covid-19, si svolgerà online il prossimo 11 giugno (ore 10).
In sintesi, al momento il vigneto veneto mostra di essere in buona salute, la vegetazione si presenta quasi ovunque sana e non si evidenziano problemi di Peronospora. Qualche preoccupazione arriva dalla Flavescenza dorata e soprattutto dalla Virosi del Pinot Grigio, visto che alcuni vigneti di Glera risultano fortemente aggrediti da questa patologia. Comunque, la fotografia complessiva per quasi tutte le varietà di uva è buona, tanto che le prime indicazioni confermano che quella del 2020 non sarà certo un’annata “scarica”, ovvero con poca produzione, a parte per il Pinot Grigio e probabilmente per alcuni vitigni a bacca nera. Qualche rischio potrebbe però correrlo quelle aree in cui le precipitazioni sono state fin qui scarse, come ad esempio sui Colli Euganei e nel conservano. Generalmente però, ad oggi, il vigneto veneto si presenta in buona salute.
Entrando un po’ più nei dettagli, risulta che nei vigneti regionali la fase fenologica delle piante è ormai avanzata e la fioritura è presente su quasi tutte le varietà, per cui già si può avere un’idea relativamente precisa circa il carico produttivo. Se la fioritura è stata precoce, si avrà di conseguenza anche un’annata precoce. Ciò significa che la vendemmia delle uve Chardonnay, la prima varietà ad essere raccolta, dovrebbe iniziare prima di Ferragosto, addirittura attorno al 5-8 agosto per le basi spumante. Stiamo dunque parlando di una vendemmia anticipata rispetto alla media degli ultimi anni.
Passiamo ad analizzare brevemente lo stato attuale delle principali varietà di uva coltivate nel Veneto.
Il Pinot Grigio è la varietà che più si trova in difficoltà. Nell’area del Garda si stima che le rese non supereranno i 100/110 quintali, mentre dovrebbero essere leggermente superiori nelle altre zone del Veneto. Le cause di questa situazione un po’ critica sono di diversa natura: innanzitutto le scarse precipitazioni di questa primavera, causa di un germogliamento stentato; le cose sono andate un po’ meglio per chi invece ha potuto irrigare prima dell’avvio di questa importante fase fenologica. Va ricordato, inoltre, che nel 2019 il Pinot Grigio aveva registrato un’abbondante produzione, ma questa è una varietà che stenta a recuperare dopo un grande sforzo produttivo avvenuto l’anno precedente. Come non bastasse, sempre nel 2019 si sono verificate anche delle pesanti grandinate che hanno lasciato il segno, come pure le gelate del 2017. Per tutti questi motivi, dunque, il Pinot Grigio sarà quest’anno la varietà che certamente avrà una minor produzione in tutto il Veneto
La varietà Glera (Prosecco) evidenzia una fertilità inferiore rispetto allo scorso anno, soprattutto nel trevigiano e nell’area di Conegliano, ma va anche detto che le dimensioni dei grappoli sono eccezionali, raggiungendo addirittura i 30 cm. Queste due annotazioni fanno pensare che le rese saranno quest’anno nei termini dei disciplinari. E’ interessante notare come questa minor fertilità della Glera abbia radici lontane, nello specifico nell’andamento climatico negativo registrato nel mese di maggio 2019, momento in cui le gemme si differenziavano. Le conseguenze sull’annata 2020, in particolare nei sistemi di allevamento a Sylvoz, si evidenziano con una scarsità di grappoli presenti nella parte superiore della vegetazione e una forte concentrazione nella parte finale dell’archetto, corrispondente alle gemme che si sono differenziate nell’ultima parte di maggio - inizio di giugno 2019 quando le condizioni climatiche erano mutate. In sostanza, le gemme corrispondenti all’8^, 10^, 12^ gemma dell’archetto sono quelle che quest’anno risultano essere le più fruttifere, a conferma di come la natura sia andata di pari passo, quasi giorno per giorno, con le condizioni meteorologiche dello scorso anno.
Anche i grappoli delle uve Garganega del veronese e del vicentino presentano notevoli dimensioni, per cui si prevedono produzioni che rientrano nell’ambito dei disciplinari, in particolare nelle aree di collina; probabilmente un po’ superiori in pianura. Non si temono dunque scarse produzioni.
Per quanto riguarda il Merlot e il Cabernet, al momento si stima una produzione del -20%/ -25%, soprattutto sui Colli Euganei, nel vicentino e nell’area del Lison. Situazione opposta per i rossi della Valpolicella e del Bardolino per i quali le rese, soprattutto per il Corvinone, sono in linea con i disciplinari; discrete anche le rese della Corvina e della Rondinella. Anche il Trebbiano Toscano per il Custoza si pone su ottimi livelli per cui si prevede una buona produzione.
Sulle primissime indicazioni relative la vendemmia 2020 è disponibile (sui canali YouTube, Facebook e Twitter di Veneto Agricoltura) una nuova pillola di RadioVenetoAgricoltura, registrata oggi, con ospite Diego Tomasi.
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