CHIESA: Giovanni Paolo I, una Fondazione a suo nome in Vaticano
Il nuovo ente si prefigge di conservare il patrimonio culturale e religioso lasciato da papa Luciani
Il 17 febbraio scorso papa Francesco ha eretto la Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I: la notizia è ufficializzata oggi dalla Sala Stampa Vaticana. La Fondazione nasce per approfondire la figura, il pensiero e gli insegnamenti di Papa Luciani e promuovere lo studio e la diffusione dei suoi scritti, come precisato nell’art.1 dello Statuto.
Il nuovo Ente si prefigge di conservare il patrimonio culturale e religioso lasciato da papa Giovanni Paolo I; promuovere iniziative quali convegni, incontri, seminari, sessioni di studio; istituire premi e borse di studio; curare l’attività editoriale mediante l’edizione sia dei risultati di studi e di ricerche proprie, sia di opere di terzi; proporsi come punto di riferimento, in Italia e all’estero, per quanti operano nello stesso ambito e con le stesse finalità.
Al contempo, il Papa ha nominato come presidente della Fondazione il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato. Questi ha provveduto alla nomina dei componenti del Consiglio di Amministrazione, che per la durata di un quinquennio sarà composto da Stefania Falasca, vicepresidente della Fondazione, dal cardinale Beniamino Stella, monsignor Andrea Celli, don Davide Fiocco, Lina Petri e Alfonso Cauteruccio.
Per lo svolgimento delle attività, la Fondazione si avvarrà di un Comitato scientifico, composto di sei membri, scelti tra personalità di comprovata competenza ed esperienza, ma con la possibilità di essere temporaneamente ampliato per particolari iniziative, progetti, studi, ricerche o consultazioni.
La Fondazione si prefigge di tutelare e conservare il patrimonio culturale e religioso lasciato da Papa Giovanni Paolo I; promuovere iniziative quali convegni, incontri, seminari, sessioni di studio; istituire premi e borse di studio; curare l’attività editoriale mediante l’edizione sia dei risultati di studi e di ricerche proprie, sia di opere di terzi; proporsi come punto di riferimento, in Italia e all’estero, per quanti operano nello stesso ambito e con le stesse finalità (Statuto, art.2).
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