CHIESA: anticipare la messa di mezzanotte?
La riflessione del direttore de L'Azione sul vivace dibattito di queste ore
Rimango sempre più perplesso. L’impressione è che non si cerchi di ragionare sui problemi per trovare una soluzione, ma si voglia strumentalizzare le questioni – anche quelle di ordine religioso – per mettere in difficoltà la parte politica “avversa”. Non vedo altre motivazioni al polverone che si sta alzando in queste ore attorno all’orario in cui celebrare la messa di mezzanotte. Le espressioni del ministro Boccia non sono state tra le più felici: “Fare nascere Gesù bambino qualche ora prima non è un’eresia”. Tuttavia il ministro ha espresso una preoccupazione legittima: quella di fare rispettare il coprifuoco (per le 22), ipotizzando un’alternativa per la celebrazione della messa di Natale (anticipare l’orario di qualche ora). Dov’è il dramma? E se, anziché gridare subito allo scandalo, lasciassimo che a trovare la soluzione fosse il dialogo tra Cei e Governo? Rientra proprio tra i principali compiti dei vescovi salvaguardare i diritti dei fedeli delle proprie diocesi e, pertanto, saranno loro i primi a farsi voce delle esigenze legittime di ogni cristiano. Se non c’è questa fiducia nei vescovi, credo manchi un elemento importante al proprio essere “cattolici”.
Ma procediamo oltre: la messa di mezzanotte. Nel momento di crisi che attraversano le nostre comunità cristiane, è vero, la messa di mezzanotte è quella che “tiene di più”: la partecipazione è ancora alta (anche se, ormai da un po’, non sono affatto “tutti” quelli che vi partecipano). Penso al mio contesto, qui in Veneto. Quindi sarebbe davvero un peccato impedirne la celebrazione o comunque doverla, per motivi futili, mortificare. Tuttavia, da un semplice sguardo agli orari delle messe di mezzanotte delle nostre parrocchie si scopre che già da tempo, in varie comunità, i parroci celebrano in anticipo: alle 23.30 o alle 23. Qualcuno anche prima. Nessuno mai – almeno dalle nostre parti – ha gridato allo scandalo. Ma proprio nessuno! Che si possa anticipare ulteriormente di qualche ora credo non sia impossibile, ma lascio la valutazione ai vescovi e ai liturgisti che sono certamente più preparati di me.
Faccio solo presente che per la solennità del Natale la liturgia prevede ben quattro diverse celebrazioni: la messa vespertina della vigilia (si celebra nella sera del 24 dicembre, circa tra le 18 e le 19), la messa nella notte (che tradizionalmente viene definita “messa di mezzanotte”), la messa dell’aurora (nelle prime ore della mattina del 25) e la messa del giorno (nella tarda mattinata del 25). E poi dovremmo aggiungere anche la messa della sera di Natale, che viene celebrata in diverse comunità… Pertanto, se ci sono motivate difficoltà a partecipare alla messa della notte (messa di mezzanotte), si presentano davvero tante opportunità per partecipare ad altre messe che sono comunque messe di Natale, valide cioè per “soddisfare il precetto”, per quanti utilizzano ancora questo tipo di linguaggio. Insomma, chi vuole vivere spiritualmente il Natale, trova senza alcuna fatica altrettanto valide alternative.
Se, invece, si vuole difendere il cenone di Natale, cui è incorporata di “default” la messa di mezzanotte, nel nome di una atavica e consolidata tradizione, allora è un’altra cosa. Sinceramente – sarà perché dalle mie parti non mi sembra così radicato – per il cenone della notte di Natale non ho alcuna particolare affezione. Non riesco a sentirlo. Spesso mi è capitato di farlo “sobriamente” con una minestrina calda, stanco dopo le confessioni del pomeriggio, con qualche confratello o altre volte in solitudine, in silenzio, per prepararmi meglio a celebrare poi la messa della notte. Allora, chi vuole difendere il cenone e le antiche tradizioni familiari, lo faccia, ma per favore sganci la fede da questo genere di dibattito, che riguarda le “tradizioni degli uomini” e non la “tradizione di Dio”. Non si metta in mezzo Dio e non lo si tiri per la giacca solo per difendere le proprie opinioni e i propri desideri. Da quello che so, è proprio quello che Gesù ha combattuto (e anche il motivo principale per cui l’hanno messo a morte).
Tornando alla questione dell’orario della messa di mezzanotte, direi – e concludo – che possiamo attendere gli esiti del dialogo tra Cei e Governo, cercando di guardare alla cosa per quello che è, senza estremizzazioni e polarizzazioni che sono tipiche di una certa politica o delle tifoserie calcistiche.
Alessio Magoga
(foto: Agensir)
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