Conegliano: professione perpetua per suor Martina Trevisin
Domenica 5 ottobre la roncadese Martina Trevisin è stata chiamata alla professione perpetua nella parrocchia dei Santi Martino e Rosa a Conegliano, a distanza di sei anni dai voti temporanei.
Domenica 5 ottobre la roncadese Martina Trevisin è stata chiamata alla professione perpetua nella parrocchia dei Santi Martino e Rosa a Conegliano, a distanza di sei anni dai voti temporanei. Un evento particolarmente importante per la comunità parrocchiale, che venerdì 3 ha partecipato ad un’intensa veglia di preghiera dal titolo “Con Maria essere pane preso, benedetto, spezzato e dato”.
Dopo le elementari a Roncade Martina ha proseguito gli studi al Collegio Astori di Mogliano, dove la sua vocazione ha avuto modo di rivelarsi. Quindi l’incontro con le Figlie di Maria Ausiliatrice, con il postulantato a Torino ed il noviziato a Roma, e gli studi universitari. Martina svolge contestualmente vari servizi, prima a Rovigo con i bambini e successivamente a Conegliano con gli adolescenti, con i quali si trova maggiormente in sintonia. Nella comunità di Casa Madre Clelia opera con i giovani del Centro di formazione professionale. Nell’ottica di un servizio che richiede specifiche competenze professionali, Martina sta studiando per aggiungere una terza laurea alle due conseguite in precedenza.
Nelle parole della sua testimonianza durante la veglia di preghiera: “Questa passione per i giovani è nata dal bene ricevuto nell’ambiente scout, ma soprattutto nei cortili dell’Astori. Gli animatori mi colpivano moltissimo, investivano tempo ed energie per me. Allora perché non investire la mia vita, dono gratuito del Signore, per donare un po’ di bene e far crescere onesti cittadini e buoni credenti come voleva don Bosco?… Una domanda che mi sento rivolgere soprattutto dai giovani è: come hai fatto a capire che cosa fare nella vita? La risposta: varie sono state le occasioni, le circostanze, le testimonianze, gli incontri che mi hanno aiutata. A loro mi verrebbe da consigliare di cercare una persona «saggia» che desidera cose alte, che magari sembrano impossibili, ma il Signore darà la forza, ed il bene dimostrato dalla persona che li accompagna farà fare miracoli”.
Due immagini hanno accompagnato i fedeli durante la veglia: il pane e le stelle. Il pane indica l’umiltà del quotidiano in cui ci consegniamo nelle mani del Padre perché sia Lui ad impastarci e a renderci pane buono per i fratelli. Le stelle indicano la fedeltà, stanno in cielo e brillano, sono un aiuto per noi perché ci invitano a guardare in alto, a rivolgerci a Dio ed a riconoscerlo come Padre. A conclusione della veglia è stata consegnata a ciascun partecipante una piccola stella, “come segno per ricordarsi di guardare in alto, di avere desideri alti, di avere la certezza di qualcuno che ci ama, che ci accompagna e ci guida soprattutto quando è notte in noi, ma che è presente anche quando è giorno”.
Antonio Ceccato
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