DIOCESI: il vescovo Corrado ha presieduto la messa con le consacrate e i consacrati
Ieri, 2 febbraio, giornata della vita consacrata, nella chiesa parrocchiale di San Fior di Sopra
Il 2 febbraio, nella chiesa parrocchiale di San Fior, il vescovo Corrado ha presieduto la messa della Presentazione del Signore, preceduta dalla tradizionale benedizione delle candele, simbolo di Cristo che illumina e va incontro al suo popolo. Alla celebrazione hanno partecipato, nella giornata della vita consacrata, diversi consacrati e consacrate presenti nella diocesi di Vittorio Veneto. Pubblichiamo di seguito l'omelia tenuta da mons. Pizziolo.
“Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti”. Di chi parla il profeta Malachia?
Indubbiamente parla della figura del Messia, il Consacrato da Dio descritto come un messaggero che prepara la via davanti al Signore, al quale egli rende possibile entrare nel suo tempio, ma viene descritto anche come l’angelo dell’alleanza, quell’alleanza attesa e sospirata del popolo di Israele, perché promessa da Dio: “Vi darò un’alleanza nuova… anzi farò io stesso con voi un’alleanza nuova che sarà un’alleanza eterna”. Ebbene Gesù è proprio colui che risponde alle attese antiche e all’antico sospirare del suo popolo. Le parole del vecchio Simeone confermano che la promessa del Signore si è compiuta: “I miei occhi hanno visto la tua salvezza preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo Israele”.
Quella luce che Simeone dice di vedere si ricollega all’immagine del fuoco con cui Malachia descrive la venuta del Messia: “Egli è come il fuoco del fonditore”. Una festa di compimento e quindi di gioia la festa della Presentazione al Tempio di Gesù: l’Oriente cristiano la chiama la “festa dell’incontro” (Ipapante). E la liturgia ce l’ha ricordato poco fa: “Con quel rito egli si assoggettava alle prescrizioni della legge, ma in realtà veniva incontro al suo popolo che l’attendeva nella fede”.
Gioia, riconoscenza, festa di gratitudine… Ma non dobbiamo tralasciare anche l’altro aspetto che ci viene fatto intuire dal profeta: “Egli, dice, è come il fuoco che fonde e purifica l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia”. Accanto alla dimensione dell’incontro c’è quindi anche la dimensione dell’offerta di sé. Quell’offerta che Gesù, attraverso il gesto dei suoi genitori, ha fatto della propria vita fin dai primi istanti della sua esistenza e che poi porterà a compimento sulla croce: “Ecco io vengo per fare la tua volontà. E proprio per questa offerta di sé siamo stati salvati” dirà la Lettera agli Ebrei.
Ebbene, quel Gesù che fa della sua vita un’offerta totale e assoluta di sé diventa anche colui che purifica i suoi fratelli e li affina come oro e argento perché diventino anch’essi offerta viva al Signore, consacrati a lui.
Ecco perché secondo una lunghissima tradizione della chiesa di Occidente, la festa della presentazione al Tempio di Gesù coincide con la festa in cui le consacrate e i consacrati riconoscono il fondamento e la ragione della propria scelta di vita: diventare, come Gesù, con tutta intera la propria vita, un’offerta secondo giustizia. Quale giustizia? Quella giustizia che coincide con il riconoscere radicalmente il primato di Dio su tutta la propria vita, su tutti i propri affetti, su tutte le proprie scelte.
E, insieme, quella giustizia che coincide con il testimoniare che la nostra vita ha un traguardo e una meta che superano l’orizzonte del mondo in cui viviamo e che coincidono con la possibilità di vedere per sempre il volto del Signore… coincidono cioè con la vita eterna.
Certo una testimonianza così esige profonda purificazione, come avviene per l’oro e per l’argento che solo attraverso il fuoco della prova e della purificazione saranno in grado di realizzare ciò che sono chiamati ad essere.
Se da un lato, quindi, ringraziamo il Signore per il compiersi della sua promessa, che celebriamo facendo memoria dell’incontro del Figlio eterno di Dio fatto uomo con il suo popolo, quello antico e quello attuale, da un altro sentiamo tutti questa vocazione ad essere presentati e a presentarci al Signore come vera offerta secondo giustizia.
Ma ciò a cui tutti siamo chiamati, viene però chiesto in particolare a qualcuno, ai nostri fratelli e sorelle consacrati. Ricordiamoli nella preghiera perché sempre siano consapevoli di questa vocazione e la vivano con quella generosità e totalità che realizzerà pienamente la loro vita e la loro testimonianza evangelica.
(foto: La Tenda TV)
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