DIOCESI: primi passi del gruppo di volontari con i carcerati
Il gruppo si chiama "Il Nodo"
Finalmente i volontari per il carcere del gruppo di Caritas diocesana “Il Nodo” hanno potuto avviare due attività: l’accompagnamento dei detenuti in permesso e la raccolta e distribuzione del vestiario.
Finalmente perché come tante altre attività di volontariato, anche quella a favore dei detenuti del carcere di Treviso è stata sospesa a causa della pandemia. Quindi, a tre anni dall’inizio del percorso di formazione del gruppo, alcuni di noi hanno potuto iniziare concretamente il servizio. Fiorenzo ha dato la disponibilità all’accompagnamento dei detenuti in permesso e ha già fatto due esperienze. La prima volta si è trattato di un permesso breve, dalle 9 alle 15, mentre la seconda il detenuto aveva un permesso dalle 9 alle 18. L’accompagnamento è un’esperienza di relazione e condivisione dei momenti di libertà del detenuto. Si trascorrono alcune ore insieme, in spazi messi a disposizione da una parrocchia dell’hinterland trevigiano, non necessariamente sempre la stessa. Si chiacchiera, si cucina e si mangia insieme. Il servizio è molto flessibile, perché i permessi sono differenti. Potrebbe capitare che il detenuto possa incontrare la famiglia oppure trascorrere alcune ore da solo in un luogo che desira, ad esempio il centro città. In questi casi non è detto che il volontario sia sempre presente.
L’altro servizio che sta per partire è la raccolta e distribuzione del vestiario per cui hanno dato la disponibilità Laura e Roberto. Sarà allestito un container (che è già arrivato) nel cortile del carcere dove sarà raccolto e catalogato il vestiario che poi sarà distribuito ai detenuti secondo le necessità (attualmente il servizio è fatto internamente dal personale carcerario). Nei prossimi giorni il container sarà fornito di corrente elettrica e si provvederà a mettere gli scaffali e a predisporre un computer per la gestione degli indumenti. Laura e Roberto saranno affiancati da un’altra coppia di Treviso.
L’8 dicembre scorso, festa dell’Immacolata, il gruppo (non tutti, purtroppo qualcuno era ammalato) ha partecipato alla messa nella cappella del carcere, celebrata dalla nostra guida don Andrea Forest insieme al cappellano del carcere don Piero, ripetendo l’esperienza dell’anno scorso. Un’esperienza intensa, intima, che tocca le corde più profonde di ciascuno. Un incontro con un’ umanità ferita che cerca in uno sguardo, in un sorriso, in una stretta di mano quell’accoglienza che restituisce loro la dignità di persona. Siamo lì per loro. Non per giudicarli, ma per accoglierci gli uni gli altri con le nostre rispettive povertà. Il gruppo ha anche scelto il proprio logo: un nodo, appunto, con le quattro lettere che si possono leggere, ma anche dono. Le scritte sono in rosso a richiamare il legame con la Caritas. Ci siamo anche dotati di una mail ilnodo@caritasvittorioveneto.it.
Una volontaria
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