Importunate i pastori, perché vi diano "il latte della dottrina e della grazia"
Al Regina Cæli, il Papa esorta il popolo di Dio a bussare sempre alla porta e al cuore di vescovi e sacerdoti per aiutarli ad essere "buoni pastori"
“Quando il vitellino ha fame va dalla mucca, dalla madre, a prendere il latte. La mucca, però, non lo dà subito: sembra che se lo trattenga per sé. E cosa fa il vitellino? Bussa col suo naso alla mammella della mucca, perché venga il latte”. Sembra l’incipit di una storiella per bambini, invece è l’estratto di uno scritto con cui San Cesario di Arles, un padre dei primi secoli della Chiesa, spiegava come il popolo di Dio deve aiutare i vescovi e i sacerdoti ad essere buoni pastori. Un’immagine tanto “bella” che Bergoglio ha voluto far sua durante la catechesi prima del Regina Cæli di oggi, IV domenica di Pasqua e Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni.
Come nell’omelia della Messa di questa mattina, durante la quale ha ordinato 13 nuovi sacerdoti, il Papa pone al centro della sua riflessione l’immagine di Gesù Buon Pastore, il modello a cui ogni persona chiamata al presbiterato deve guardare. Ai nuovi preti, il Santo Padre aveva raccomandato oggi di “dare nutrimento al popolo di Dio” con la Dottrina del Signore, di cui però sono solo depositari, non “padroni”. Dalla finestra del Palazzo Apostolico, si rivolge invece direttamente al popolo di Dio, a cui chiede – con le parole di San Cesario – di stare vicini e dare sostegno ai sacerdoti: “Così voi dovete essere con i pastori: bussare sempre alla loro porta, al loro cuore, perché vi diano il latte della dottrina, il latte della grazia e il latte della guida”.
All’esortazione del santo di Arles, Bergoglio abbina quindi una personale calorosa richiesta: “Vi chiedo, per favore, di importunare i pastori, di disturbare i pastori, tutti noi pastori, perché possiamo dare a voi il latte della grazia, della dottrina e della guida. Importunare! Pensate a quella bella immagine del vitellino, come importuna la mamma perché gli dia da mangiare”.
Non è dunque un rapporto unidirezionale quello del Pastore con le sue pecore, ma di reciproco scambio. E il Vangelo di Giovanni di oggi, narrando del rapporto di Gesù con i suoi discepoli, mostra pure la qualità di questa relazione basata – evidenzia il Papa – “sulla tenerezza, sull’amore, sulla reciproca conoscenza e sulla promessa di un dono incommensurabile”. “Tale rapporto – afferma Francesco - è il modello delle relazioni tra i cristiani e delle relazioni umane”. Non c’è un’alternativa o una via di mezzo: “Molti anche oggi, come ai tempi di Gesù, si propongono come ‘pastori’ delle nostre esistenze; ma solo il Risorto è il vero Pastore, che ci dà la vita in abbondanza”, dice il Pontefice. Pertanto – è il suo invito - tutti dobbiamo “avere fiducia” nel Signore che “non solo ci guida”, ma anche “ci accompagna, cammina con noi”.
“Ad imitazione di Gesù – aggiunge il Papa citando la sua Evangelii gaudium - ogni Pastore a volte si porrà davanti per indicare la strada e sostenere la speranza del popolo”. A volte, “il pastore deve essere avanti”, altre volte “starà semplicemente in mezzo a tutti con la sua vicinanza semplice e misericordiosa, e in alcune circostanze dovrà camminare dietro al popolo, per aiutare coloro che sono rimasti indietro”.
Bergoglio chiede quindi preghiere per tutti i Pastori della Chiesa, per i Vescovi (incluso sé stesso, il Vescovo di Roma) e per i sacerdoti, in particolare quelli ordinati stamane a San Pietro. “Il Signore – dice - aiuti noi pastori ad essere sempre fedeli al Maestro e guide sagge e illuminate del popolo di Dio a noi affidato. Anche a voi, per favore, chiedo di aiutarci: aiutarci ad essere buoni pastori”.
Nella Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, affida poi a Dio ogni vocazione che – dice – è sempre una chiamata “entusiasmante e impegnativa”. Soprattutto chiede preghiere speciali “perché anche in questo tempo, tanti giovani sentano la voce del Signore, che ha sempre il rischio di venire come soffocata da tante altre voci”. “Forse – soggiunge - qui in Piazza c’è qualcuno che sente questa voce del Signore che lo chiama al sacerdozio; preghiamo per lui, se è qui, e per tutti i giovani che sono chiamati”.
Al momento dei saluti, il Pontefice si rivolge ai numerosissimi fedeli presenti in San Pietro, provenienti dall’Italia ma anche da Brasile, Canarie, Portogallo, Argentina ecc. Indirizza poi un affettuoso pensiero alle Comunità Neocatecumenali che in queste domeniche del tempo di Pasqua portano l’annuncio di Gesù risorto in 100 piazze di Roma e in altre città del mondo: “Il Signore vi doni la gioia del Vangelo! E andate avanti, voi, che siete bravi!”.
Prima di concludere, Francesco dedica infine “un bel ricordo e una preghiera a tutte le mamme”: “Salutiamo le mamme! – esclama - Affidandole alla mamma di Gesù, preghiamo la Madonna per le nostre mamme e per tutte le mamme”.
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