E adesso Renzi deve mostrare quello che è capace di fare. Adesso! Come diceva il suo primo slogan alle primarie del partito. Gli mancava la legittimazione popolare e questa mancanza, insieme al colpo basso con cui aveva messo da parte Letta prendendo il suo posto, era il suo punto debole. Ora, in qualche modo, se l’è guadagnata. Dovevano essere le elezioni per il governo d’Europa, ma si sapeva che erano anche, e ancor di più, elezioni per il governo d’Italia. Gli italiani hanno accolto il suo appello alla speranza e hanno respinto il grido di rabbia di Grillo. Hanno creduto alla sua promessa di far cambiare verso all’Italia, hanno creduto alla svolta buona e hanno respinto l’invito di Grillo a buttare giù tutto. Ora si vedrà se Matteo Renzi è soltanto un leader populista che sa trascinare la gente al suo seguito, oppure anche uno statista capace di governare e di tirare fuori l’Italia dal pantano in cui è piombata.
Per mostrarsi vero statista Renzi, in primo luogo, non deve cambiare la fiducia che gli hanno dato gli italiani in un accumulo di potere personale. Deve resistere alla tentazione di seguire la tendenza di personalizzare troppo la guida politica che è una degenerazione pericolosa della democrazia. Che non si metta in testa di indire nuove elezioni politiche sull’onda del successo ottenuto alle europee. Sarebbe una iattura per il Paese doversi impegnare in una nuova campagna elettorale con tutti i problemi urgenti che aspettano risposte immediate. Sarebbe un errore imperdonabile. Adesso deve governare e mostrare che le promesse non erano soltanto parole, ma volontà politica ferma ed efficace. l primo problema che deve affrontare è quello del lavoro. Gli ottanta euro nella busta paga non sono una soluzione, ma soltanto un segnale che da quella parte si deve incominciare.
Renzi ha già anticipato con le prime decisioni del suo jobs act come intenda muoversi. E una strada per certi versi nuova che ha suscitato molte critiche, soprattutto da parte dei sindacati. Solo in futuro, con gli ulteriori provvedimenti che ha annunciato, si potrà sapere se è una via buona per creare più lavoro e per portare in tasca di chi vive del proprio lavoro, soldi sufficienti per una vita decente. Si sa che il problema del lavoro non si risolve con aggiustamenti della linea seguita finora, ma richiede una rivoluzione delle politiche economiche finora seguite. Chissà se Renzi saprà dare consistenza ad alcune nuove idee che finora sono state giudicate come utopie, ma che forse potrebbero essere la soluzione vera. Si tratta di quel sentiero incerto che non punta solo ad aumentare la crescita dando mano libera al mercato e a chi vuol guadagnare, ma che nemmeno punta solo a difendere certe posizioni rigide in difesa del lavoro tradizionale. Pensare ad un altro tipo di crescita, ad altre forme di lavoro, ad altri rapporti tra imprenditori, operai e società civile, ad altri settori produttivi, ad altro ruolo delle iniziative sociali. Dare realtà a tutte queste alternative, questa è la grande sfida.
Poi ci sono le grandi riforme ormai ineludibili dopo decenni di tentativi falliti. Anche in questo settore delicato, ma decisivo per una Italia diversa, Renzi ha anticipato e promesso tante cose, incominciando dalla legge elettorale. Anche questo sarà un terreno in cui si sperimenterà le sue capacità politiche. Dovrà fare dei cambiamenti che toccano la costituzione, ma dovrà farlo con la prudenza e il consenso più ampio possibile come è richiesto quando ci si muove in questo terreno. e elezioni appena concluse restano pur sempre elezioni europee. Renzi dovrà mostrare la sua capacità di realizzare anche le sue idee sull’Europa. Non meno Europa ma più Europa, però un’Europa che deve mutare la rotta seguita in questi ultimi anni, questa è la sua idea. La presidenza del Consiglio europeo, che inizierà tra poco, sarà il suo banco di prova. Se riuscirà, l’Italia riguadagnerà il posto di importanza che le spetta. Da noi non c’è stata quella valanga di antieuropeismo che si è manifestata altrove. Tuttavia è presente in dose preoccupante. La Lega ha ripreso fiato proprio puntando tutto sull’uscita dall’Europa, causa di tutti i nostri mali. Renzi, invece, dovrà mostrare che il nostro futuro non può essere che in Europa. Una specie di cataclisma è avvenuto, non c’è dubbio. Sarà veramente la svolta buona?