ODERZO: l'affetto del vescovo Ravignani per "casa Zoran"
La chiamava "casa di Dio"
La scomparsa di mons. Ravignani, come si è potuto leggere in questo periodo, ha portato alla luce molti ricordi nelle persone che lo hanno incontrato, come i coniugi Cappellotto di Oderzo. Infatti Alberto e Maria Teresa lo ricordano con affetto perché è stato loro vicino nel periodo che hanno gestito la casa-famiglia “Zoran”, ne ha accompagnato la nascita e benedetto l’inizio dell’attività. L’associazione La Nostra Famiglia, grazie alla donazione della signora Simonetti, aveva realizzato una struttura per ospitare i ragazzi con disabilità che non avevano una famiglia e grazie alla loro disponibilità è stato possibile creare una struttura sanitaria con una gestione stile famiglia. Sono stati anni intensi di vita familiare durante i quali mons. Ravignani non ha mai smesso di dare il suo sostegno condividendo anche alcuni momenti della vita domestica tanto da dire: “Questa è la casa di Dio perché le sue pietre cantano d’amore”. Maria Teresa si commuove ancora al ricordo di “Eugenio”, perché così lo chiamavano tutti in famiglia. Ci racconta che si fermava spesso a mangiare con le ragazze, aveva una carezza dolce e un sorriso per tutte. Frequentare la casa-famiglia era come ritornare nella sua famiglia, in terra istriana, di cui parlava spesso, riassaporava il calore delle relazioni e il piacere di ritrovarsi attorno a una tavola, non come vescovo ma con la naturalezza di uno di famiglia. È stata una persona speciale che ha dato tanto all’esperienza della casa-famiglia “Zoran”, alla coppia di Alberto e Maria Teresa e all’associazione La Nostra Famiglia di Oderzo.
Roberto Bellè
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