Oggi Domenica
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Io sono!

Oggi Domenica: la riflessione sulla Parola di Dio domenicale.

Io sono!

Domenica 20 aprile - Pasqua:
risurrezione del Signore - anno A
At 10, 34a. 37-43; Sal 117; Col 3, 1-4; Gv 20, 1-9
Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo

Con lo sguardo deciso del lottatore vittorioso Gesù conferma l’IO SONO, che aveva motivato la sua condanna a morte per bestemmia, perché “si faceva uguale a Dio” (Gv 5, 18; 10, 35). Nella terra desolata irrompe Lui tra il sonno profondo dei quattro soldati di guardia, come del resto, di tutti noi. Si erge solenne sul sepolcro, che richiama la città natale di Piero, brandendo nella destra il vessillo della Croce, ora trasformata in segno di gloria, e dividendo il paesaggio in morente alla sinistra e primaverile alla destra.

Ringrazio il grande Piero della Francesca per averci donato nel suo dipinto un’interpretazione del Risorto: scena che nessuno ha mai visto. Questo affresco ha ottenuto la grazia di risparmiare la città di Sansepolcro dai bombardamenti alleati. Se un’opera umana, pur straordinaria, è riuscita a tanto, quanto più l’opera divina per eccellenza riuscirà a salvarci! Dalla rivitalizzazione di Lazzaro fino alla Risurrezione la negatività della nostra condizione umana viene assunta da Gesù e caricata fino alla morte in croce, per riscattarla e sollevarla verso la luce di una speranza indefettibile e cosmica.

Se lo stile della sofferenza e morte di Gesù ha fatto breccia perfino nei cuori induriti e corazzati del centurione e dei soldati romani, avvezzi ad ogni tipo di violenza, al punto da far esclamare: Davvero costui era Figlio di Dio!, può rompere tutte le nostre difese e paure per spalancarci alla gratuità del suo amore. Gesù davanti al governatore e giudice Pilato ha l’audacia di sfidarlo, denunciando l’impotenza valoriale dei sistemi militari di tutti i tempi: Se il mio regno fosse di questo mondo i miei servitori avrebbero combattuto… (Gv 18, 36) o anche: il Padre metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli (Mt 28, 53), perché l’unico suo potere è quello dell’Amore disarmato inchiodato sulla croce. Il duello con le potenze maligne è stato terribile, ma il Figlio ha lottato con l’incondizionata fiducia nel Padre e ha vinto il mondo (Gv 16, 33).

L’IO SONO del Risorto è perentorio, perché solo Dio può soffrire ed amare simultaneamente con l’intensità infinita manifestata dall’alto della croce, soprattutto perdonando. Per questo il Crocifisso è l’attrazione suprema di tutte le ansie umane e l’universale riconciliazione che genera la pace. La Risurrezione di Gesù, il Cristo, non è un evento per quanto centrale, neppure un valore supremo, un principio o un dogma.

Gesù lo ha chiarito una volta per tutti a Marta: IO SONO la risurrezione e la vita. La risurrezione è Lui, la sua persona. La nostra consiste nell’incorporazione al Risorto di tutto il nostro essere per formare con Lui un unico organismo vivente nell’amplesso della Trinità: il Dio tutto in tutti (1Cor 15, 28). Da questa unione sgorga la vita nuova della molteplice esperienza cristiana da cui possiamo ricavare valori, principi e dogmi, che altrimenti diventerebbero alienanti. Sentirci incorporati al Risorto è una grazia, viverla un impegno, trasmetterla una missione, realizzarla è la felicità.

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