Santità paterna
Oggi Domenica: la riflessione sulla Parola di Dio domenicale.
Don Domenico Salvador
19/02/2014

Domenica 23 febbraio - VII del tempo ordinario - anno A

Lv 19, 1-2. 17-18; Sal 102; 1Cor 3, 16-23; Mt 5, 38-48

Terza settimana del Salterio

Quando incontro gruppi di genitori, spesso li pongo di fronte al dilemma: “Cosa vi dispiace o addolora di più: se i vostri figli vi offendono o vi mancano di rispetto, oppure se non vanno d’accordo tra loro o se qualcuno conduce un’esistenza sbagliata, rovinandosi”. La risposta unanime è per la seconda ipotesi, purtroppo reale in alcune famiglie. Queste situazioni richiamano una nota affermazione di Tommaso d’Aquino: “Dio non è offeso da noi se non per il fatto che agiamo contro il nostro bene”. Il percorso delle quattro letture di questa domenica compie una serie di passaggi fino all’esortazione finale di Gesù: Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. All’inizio ascoltiamo Dio, il Santo per eccellenza, che rivolge al popolo dell’Antica Alleanza, nel “libro dei sacerdoti”, l’invito a un cammino di santità.

È un impegno pressante, ancora limitato ad un popolo. Già il Salmo apre una prospettiva universale presentando Dio come un Padre tenero verso tutti i suoi figli, e si fa prossimo alle sue creature predilette. Tenerezza paterna che estende la sua qualità peculiare alla nuova comunità dei cristiani: Santo è il Tempio di Dio che siete voi!, ribadisce san Paolo nella seconda lettura. Questo intimo legame porta Dio a difendere la sua comunità: “Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui”. Parole tremende contro i disgregatori dell’unità, che impediscono l’universale progetto, sinteticamente espresso da Paolo: Tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio. Ma è nel brano evangelico che incontriamo la proposta abbagliante di Gesù.

Innanzitutto il Maestro supera la legge del taglione che consisteva nell’infliggere al colpevole di una lesione personale un uguale castigo: “Occhio per occhio…”. Non intende cambiare la Legge (che già costituiva un freno alle vendette esagerate), ma propone un atteggiamento di vita ispirato alla non-violenza, come farebbe un papà quando i figli bisticciano tra loro. Offre quattro esempi di comportamento: porgere l’altra guancia per far riflettere il violento; cedere i propri averi pur di fare la pace, essere disposti a un servizio o a dare un’offerta con generosità.

Infine, Gesù estende l’impegno di amare anche ai nemici per “farsi prossimo” a tutti. La legge mosaica considerava prossimo solo i parenti, amici, vicini e i correligionari, mentre Gesù abbatte ogni barriera e propone ai discepoli lo stesso stile di vita. Solo così diventano veri “figli di Dio”, imitando l’amore gratuito e universale del Padre, che elargisce i suoi doni: sole e pioggia, a buoni e cattivi, giusti e ingiusti. Anche un semplice saluto in questo orizzonte può diventare straordinario. La santità dell’Onnipotente si fa tenerezza paterna e materna per abbracciare tutti con il suo amore. Gesù lo ha testimoniato e ci invita a seguirlo.