LENTIAI: il locale olio secondo a un concorso nazionale
Ad aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento è l’azienda Elisa Colle
Lentiai conquista il secondo gradino del podio al Premio Canapa, concorso nazionale che ogni anno premia il miglior olio di semi di canapa. Ad aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento è l’azienda Elisa Colle di Confagricoltura Belluno, che si trova nella frazione Stabie in Valbelluna, con il suo oro verde estratto dalla spremitura a freddo dei semi di cannabis.
Secondo premio, dunque, alle spalle dell’azienda catanese Molino Crisafulli, assegnato in diretta streaming a causa dell’emergenza coronavirus dagli organizzatori di Fracta Sativa Unicanapa, che hanno analizzato gli oli partecipanti in collaborazione con il dipartimento di Farmacia e di agraria dell’Università di Napoli Federico II e il dipartimento di Scienze e tecnologie ambientali biologiche e farmaceutiche dell’Università della Campania. La motivazione: «Buon rapporto tra gli acidi grassi insaturi (omega 3 e omega 6), a cui si aggiunge un basso livello di acidità e un ottimo contenuto di alfatocoferolo».
Elisa Colle, titolare di un’azienda agricola giovane, nata nel 2015, è felicissima. «Siamo gli unici del Veneto ad avere partecipato a questo prestigioso premio e mai avremmo pensato di classificarci così in alto, perché c’erano molte aziende del Sud che possono godere di terreni baciati da tante ore di sole rispetto al nostro», racconta, «una medaglia d’argento frutto non solo del nostro lavoro, ma anche del nostro trebbiatore De Bona, che ci aiuta nella raccolta dei semi di canapa, della società agricola Moldoi di Sospirolo, il cui laboratorio ultraspecializzato assicura il lavoro di spremitura e confezionamento e di Confagricoltura, che ci ha aiutato nel districarsi tra le normative in materia».
Elisa è originaria di Lentiai, ma da piccola si era trasferita a Torino. Poi, dopo la laurea, la decisione di tornare al paese d’origine del padre. Lì ha conosciuto il marito, Roberto Dalle Mule, e per anni ha lavorato nell’amministrazione di un’azienda. Nel 2015 la decisione di dedicarsi alla campagna di famiglia. «Mi sono chiesta cosa potessi fare per valorizzare i terreni ricevuti in eredità. Così ho iniziato con un ettaro coltivato a mais sponcio rosso, fagiolo gialét e patate rosse di montagna. Poi ho letto un articolo sulla coltivazione della canapa e sulle sue preziose virtù e benefici e mi sono tuffata in un appassionante percorso culturale di recupero di una coltivazione che, nel Bellunese, era diffusa fino agli anni Cinquanta. Abbiamo un ettaro di canapa, verso Arson e Villabruna, dove c’è più sole, grazie al quale produciamo una cinquantina di litri d’olio all’anno. Seminiamo in maggio e a metà settembre raccogliamo. Un ettaro di canapa può produrre dai 5 ai 10 quintali di seme con una resa tra l’10 e il 20 per cento in olio, ma in montagna è al massimo di 4 quintali. La qualità però è molto alta e inoltre è da filiera locale e sostenibile, senza trattamenti chimici. Facciamo vendita diretta o vendiamo l’olio, con il marchio Dolomiti Canapa, nei negozi di vicinato, in confezioni da 0,25 litri. Con la farina di canapa produciamo anche cracker, pane, biscotti e perfino il panettone».
L’olio di canapa è noto per il suo ottimale equilibrio tra omega-3 e omega-6 e presenta anche quantità significative di amminoacidi, essenziali per il corretto funzionamento dell’organismo, oltre a numerose vitamine e sali minerali. Un cucchiaino da tè al giorno è ottimo a livello preventivo, mentre una quantità da 1 a 3 cucchiai da tavola ha dimostrato risultati eccellenti in caso di numerosi disturbi, dal sistema osteoarticolare e muscolare a quelli cardiovascolari e del metabolismo. Un prodotto che sta riscontrando una crescente richiesta sul mercato: il prezzo arriva a 60 euro al litro. Non a caso anche in provincia di Belluno la pattuglia di coltivatori di canapa si sta velocemente ingrossando. Una crescita esponenziale che segue il boom italiano: nel giro di cinque anni, infatti, la superficie dei terreni coltivati a canapa è decuplicata, passando dai 500 ettari del 2013 a oltre 4.500 (dati del 2018).
«Il nostro obiettivo è di riuscire a incrementare le quantità anno dopo anno, diversificando la proposta e ottimizzando le metodologie di raccolta e lavorazione», sottolinea Elisa Colle, «la canapa è una perfetta coltura da rotazione e la nostra idea è di convertire appezzamenti erosi, depauperati e destrutturati restituendo loro la fertilità chimica, fisica e microbiologica di un tempo. Un duro lavoro che trova senso solo se si riesce a mantenere la filiera di trasformazione nell’ambito del nostro territorio e, in particolar modo, della Valbelluna, uscendo da essa con prodotti di qualità e sani, coltivati nel pieno rispetto della salute, della terra e delle sue tradizioni».
fonte L'Amico del Popolo
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