Il vescovo Corrado, i poaréti di eri, gli ultimi di oggi
Federico Citron
05/08/2015

Tutta da leggere la riflessione su immigrazione, impegno della Chiesa e responsabilità personale di ciascun credente, scritta dal vescovo Corrado e pubblicata nel nuovo numero dell'Azione. Ci ha colpito, tra le altre case, un ricordo d'infanzia del Vescovo: “Di fronte alle molte reazioni di rifiuto (della Lettera scritta la settimana scorsa dallo stesso mons. Pizziolo e dal vescovo di Treviso ndr), mi sono chiesto: “Ma siamo diventati proprio così, noi trevigiani: duri, egoisti e inospitali?”. A casa mia, quando ero piccolo, in quel di Zero Branco (dove sicuramente non si era ricchi) passavano ogni giorno i cosiddetti poaréti. Sempre – dico sempre – trovavano rispetto, accoglienza, risposta, almeno parziale, ai loro bisogni. Ed era così non solo da noi, ma in tutte le altre famiglie. Abbiamo perso queste qualità umane e cristiane?”. Rispondiamo con onestà. La conversione parte dal riconoscere la propria condizione di limite.