Territorio ferito, prima vengono boschi e corsi d'acqua, poi i vigneti
Federico Citron
05/08/2015

Un anno fa l'esondazione del Lierza al Molinetto della Croda con quattro morti. Qualche giorno fa le frane in Cadore con almeno tre morti. Il territorio veneto sta mostrando tutta la sua fragilità che, se non “curata”, diventa fonte di pericolo per l'uomo. Sappiamo che il problema è enorme e che le cause sono molteplici. Ma due-tre cose si possono fare a livello locale. Come fare della cura dei boschi e dei corsi d'acqua (soprattutto minori) la vera priorità di questo tempo con scelte chiare, come più volte scritto in inchieste dal nostro settimanale. I fondi sono pochi, come si ripete in continuazione (ma sarà poi così vero o sta diventando una scusa...)? Aumentiamoli, dirottandoli da quei settori che "stanno bene", come la viticoltura. C'è poi la questione del cambiamento climatico: nell'enciclica Laudato si' papa Francesco ci offre indicazioni concrete per stili di vita ecosostenibili. Mettiamole in pratica.