“Abbiamo tante cose in comune, entrambe isolane e con un amore che qualcuno definirebbe "esotico". In questi giorni tanti commenti che ho sentito mi hanno trafitto come spade il cuore. Da qualche tempo "si sono aperte le gabbie". Troppa gente parla, scrive, posta, pensa in modo razzista come se fosse normale, addirittura di buon senso. La cosa che mi ferisce è quando queste persone sono donne e madri. Forse non hanno mai pensato che Alessandro potrebbe essere figlio loro. Mio figlio è siciliano, è sikh, è nato a Roma e per la legge è italiano, come il tuo giovane Alessandro. Mio figlio non può e non deve essere straniero in casa sua. Mio figlio rappresenta l'evoluzione delle culture e il tassello di pace che ci salverà”.
Dalla lettera aperta di una lettrice siciliana, sposata con un indiano e madre di un bambino di cinque mesi, alla madre di Mahmood (nome d'arte di Alessandro Mahmoud), il vincitore di Sanremo, e pubblicata sul nuovo numero di Famiglia Cristiana.