Come vincere la paura che rende folli?
Forse la via promettente è l’estasi, quell’accogliere in casa Gesù che riempie la casa di gioia: guarisce la paura, la rabbia, il rancore, il risentimento con la sua presenza e con la sua gioia e convince l’avido affarista alla generosità sproporzionata, il timido complessato allo slancio eroico, la vedova povera all’offerta di tutto quanto aveva per vivere. Il principio dell’estasi non è in un ragionamento o in una interpretazione ben argomentata per ispirare la prassi più saggia e lungimirante, ma la presenza di Gesù e la pienezza di gioia che ne deriva («scese in fretta e lo accolse pieno di gioia», Luca, 19, 6). Insomma in questo momento c’è bisogno di gente che sente ardere in cuore il fuoco di pentecoste, la potenza del Signore risorto e s’azzarda fuori dalle mura rassicuranti del cenacolo e dà testimonianza a Gesù, con parole e opere, a costo di sentirsi dire: «Si sono ubriacati di vino dolce» (Atti degli apostoli, 2, 13)”. Sono parole dell’arcivescovo di Milano Mario Delpini sabato 23 marzo al convegno «La paura ci rende folli».
Federico Citron
25/03/2019

“Se dovessimo affrontare la domanda: come vincere la paura che rende folli? Come reagire a comportamenti e modi di esprimersi che sono sfoghi, espressioni di rabbia, di rancore, di emotività alterata, di slogan gridati? La paura non è frutto di un ragionamento, non è la conclusione di una ricerca che raccoglie dati con l’intenzione di comprendere un fenomeno. Pertanto dubito che ragionamenti e ricerche ben documentate possano essere la terapia adatta per curare una emotività disturbata.Forse la via promettente è l’estasi, quell’accogliere in casa Gesù che riempie la casa di gioia: guarisce la paura, la rabbia, il rancore, il risentimento con la sua presenza e con la sua gioia e convince l’avido affarista alla generosità sproporzionata, il timido complessato allo slancio eroico, la vedova povera all’offerta di tutto quanto aveva per vivere. Il principio dell’estasi non è in un ragionamento o in una interpretazione ben argomentata per ispirare la prassi più saggia e lungimirante, ma la presenza di Gesù e la pienezza di gioia che ne deriva («scese in fretta e lo accolse pieno di gioia», Luca, 19, 6). Insomma in questo momento c’è bisogno di gente che sente ardere in cuore il fuoco di pentecoste, la potenza del Signore risorto e s’azzarda fuori dalle mura rassicuranti del cenacolo e dà testimonianza a Gesù, con parole e opere, a costo di sentirsi dire: «Si sono ubriacati di vino dolce» (Atti degli apostoli, 2, 13)”. Sono parole dell’arcivescovo di Milano Mario Delpini sabato 23 marzo al convegno «La paura ci rende folli».