Il 13 giugno scorso, in occasione delle tradizionali celebrazioni che accompagnano la ricorrenza del “dies natalis” di sant’Antonio di Padova presso l’omonimo oratorio a San Giacomo di Veglia, è stato presentato un volumetto che, per la prima volta, raccoglie in modo organico la storia e le peculiarità di questo edificio sacro. Luogo e momento prescelti hanno dato efficacia e valore all’evento: lo spazio dell’elegante aula era infatti gremito di persone riunite per la festa solenne, alla presenza dell’arciprete don Giulio Fabris, del vescovo Corrado Pizziolo, di Antonella Uliana per l’amministrazione comunale, di don Alessio Magoga per la Fondazione Dina Orsi - L’Azione, editore dell’opera, e degli autori. Tra questi, padre Danilo Salezze, francescano di origine sangiacomese, per la cui fede questo oratorio è stato generativo.
Il libro è dedicato alla memoria del compianto professor Antonio Soligon, ricordato quel giorno con commozione dalle rappresentanti degli “Amici di Toni Soligon” e del Club Inner Wheel Conegliano, quest’ultimo anche sostenitore dell’iniziativa editoriale, insieme a Banca Prealpi SanBiagio filiale di Cappella Maggiore, Banca della Marca filiale di San Giacomo di Veglia e Cantina di Conegliano e Vittorio Veneto. Dalla voce di ciascun autore, i presenti hanno potuto cogliere il carattere “polifonico” dell’opera e i diversi aspetti che, ognuno per la propria competenza, ha curato.
Nel testo, Bruno Dall’Anese, profondo conoscitore dell’archivio parrocchiale, cita una moltitudine di documenti, tra cui quelli che attestano il legame originario dell’oratorio con il Capitolo della Cattedrale di Ceneda, la visita pastorale compiuta nel 1740 dal vescovo Lorenzo da Ponte, le testimonianze circa la vitalità e la devozione che mai sono venute meno da parte della comunità cristiana locale per questo sito. Girolamo Michelin, già autore de L’Eredità del Passato. Storia di un’antica famiglia nobiliare (2014), svela il ruolo dei componenti della famiglia Bertoia tra la fine del Seicento e il nuovo secolo nella ricostruzione del sito e nella venerazione locale al Santo di Padova. Lorena Gava e Chiara Vinera descrivono il “volto” di questo edificio sacro, quello acquisito con la ricostruzione del 1693, improntato più sui canoni di una cappella gentilizia piuttosto che di un oratorio campestre; ne descrivono poi gli arredi, in particolare l’altare composito in marmi policromi ed il suo apparato scultoreo.
Appaiono numerosi sulle pareti i segni di gratitudine lasciati nel tempo dai fedeli, attraverso tanti ex voto dipinti; li descrive Giovanna Osellame, che non manca di riportare per i più recenti - l’ultimo risale al 1956 - le interviste ai testimoni. Lisa Bolzan, operatrice culturale dell’Istituto Beato Toniolo ma, soprattutto, “dirimpettaia” dell’oratorio, lo racconta come “la casa di un amico”; Lisa e la sua famiglia hanno cura di aprire le porte ogni mattina per chi voglia pregare o semplicemente visitarlo ad ogni ora del giorno. Di recente, il sito è stato riconosciuto quale tappa del “Cammino di sant’Antonio”. Lisa ci descrive l’attesa trepidante e poi l’arrivo dei primi pellegrini la mattina di lunedì 8 novembre 2021. Ma allora non fu da meno l’emozione di chi stava tra quei pellegrini; ce ne parla uno di loro: Alberto Friso, responsabile organizzativo per la Basilica del Santo di Padova degli eventi per gli Ottocentenari antoniani.
In chiusura dell’evento di martedì scorso, don Mirco Miotto, in qualità di direttore dell’ufficio liturgico e di conseguenza come custode delle reliquie presenti in diocesi, ha illustrato la scoperta fatta da Gava e Vinera durante le ricerche per la stesura dei testi: il rinvenimento, entro uno sportello metallico dorato posto sul gradino dell’altare, di una reliquia della gamba di san Teodoro martire, “presenza” tutta da indagare che si aggiunge alla reliquia ex cute di sant’Antonio, qui conservata dal 1996. L’emozionante serata si è conclusa con la messa solenne celebrata dal vescovo e con la distribuzione del pane di sant’Antonio. Il libro è disponibile presso la parrocchia di San Giacomo di Veglia e la Libreria del Seminario a Vittorio Veneto.
Cristina Falsarella (da L'Azione del 25 giugno 2023)