ARTE: svelata "Antifona" opera realizzata da Shezad Dawood
Vincitrice della prima edizione del premio “Colline ad Arte”
Redazione Online
20/11/2025

È stata svelata Antifona, l’opera realizzata da Shezad Dawood, vincitrice della prima edizione del Premio “Colline ad Arte”, promosso dall’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene e realizzato con il contributo della Camera di Commercio di Treviso-Belluno.

Il Premio, del valore di 10 mila euro e destinato a sostenere la ricerca e la produzione dell’opera, mira a intrecciare arte contemporanea, paesaggio e sostenibilità, costruendo nel tempo una collezione d’arte diffusa nei luoghi iconici del territorio. Con Antifona, Dawood ha trasformato il paesaggio in suono: un’opera che nasce dall’ascolto profondo della natura e ne restituisce la voce. La prima manifestazione sonora si è tenuta nella suggestiva Pieve di San Pietro di Feletto, dove l’opera ha dialogato con l’architettura romanica, restituendo un’esperienza immersiva che intreccia paesaggio, arte e vibrazione.

Il Premio, nato da un’idea di Sabrina Donadel e, per questa prima edizione, sviluppato e co-curato con Valeria Szabó Facchin, ha portato Shezad Dawood – artista multidisciplinare britannico le cui opere spaziano tra pittura, tessuti, scultura, cinema e media digitali – sulle Colline Patrimonio dell’Umanità, dove, insieme all’etnobotanico Michal Mos, ha raccolto durante la propria residenza una serie di registrazioni bioelettriche delle piante. Utilizzando sensori capaci di tradurre le micro-variazioni di potenziale elettrico in dati sonori, le piante sono così diventate impulsi ritmici e frequenze variabili, rivelando un paesaggio vibratorio altrimenti impercettibile.

Terminata la fase di raccolta, i segnali sono stati puliti e filtrati e poi affidati alla compositrice e musicista Teresa Winter, pioniera della musica elettronica inglese, che li ha accolti non come campioni da arrangiare, ma come presenze da ascoltare. Seguendo la visione di Dawood – che ha agito come regista della composizione, guidandola sulla base della sua esperienza diretta del paesaggio e delle sue vibrazioni – la compositrice ha sviluppato una struttura organica e intuitiva, dove ogni suono e voce si riflette nell’altro. Per trasformare questa relazione in un’esperienza immersiva, il sound designer Rupert Clervaux ha curato il mix multicanale, modellando la presenza sonora nello spazio. Attraverso la rifinitura timbrica e la spazializzazione, ha creato una traccia a tre canali concepita per avvolgere l’ascoltatore e restituire la sensazione di trovarsi dentro un paesaggio vivo e in ascolto. Il risultato non è un brano che descrive il paesaggio, ma un paesaggio che si lascia percepire: un’esperienza sinestetica che invita chi ascolta a entrare nella stessa sonorità respirata sulle Colline dal loro interno.