
Sono stati 585 i reati a danno di minori commessi nel 2024 in Veneto, in aumento del 5% rispetto all’anno precedente. Un andamento leggermente superiore a quello nazionale, che, con 7.204 reati a danno di minori, segna un aumento annuale del 4%. Anche in Veneto, come a livello nazionale, le vittime sono in prevalenza di genere femminile, pari al 69% del totale. La prevalenza femminile è particolarmente evidente nei reati a sfondo sessuale: 92% negli atti sessuali con minorenne, 90% nella violenza sessuale e nella violenza sessuale aggravata, 80% nella detenzione di materiale pornografico e nella pornografia minorile. I maltrattamenti in famiglia sono la fattispecie di reato con più casi: 262 nel 2024, in aumento del 31% rispetto all’anno precedente. Infine, si segnala un aumento dei casi di omicidio volontario consumato: nel 2024 sono passati da 1 a 3, con un aumento del 200%.
I dati, elaborati dalla Polizia di Stato, sono stati resi noti dalla Fondazione Terre des Hommes nella Sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei ministri – alla presenza del Ministro per lo Sport e i Giovani on. Andrea Abodi e del Direttore del Servizio Analisi Criminale Antonio Basilicata – in occasione della presentazione del Dossier indifesa “La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo” 2025 e in vista della Giornata internazionale delle bambine, che si celebra sabato 11 ottobre.
A livello nazionale nel 2024 sono stati 7.204 i reati a danno di minori. Per la prima volta è stata superata la cifra record di 7.000 reati. Si contano 252 casi in più dell’anno precedente, ciò si traduce in una crescita del 4%; su base decennale, invece, l’aumento è molto più marcato, +35%. A colpire è l’aumento dei reati connessi al digitale: pornografia minorile e detenzione di materiale pedopornografico. Rispettivamente aumentano su base annua del 63% e del 36% segno che la rete è sempre più un luogo a rischio per i più giovani.
Le bambine e le ragazze si confermano come le più colpite dai reati a danno di minori.
I reati più frequenti rimangono quelli che avvengono all’interno del nucleo familiare. I maltrattamenti in famiglia rappresentano, infatti, la fattispecie di reato con più casi e nel 2024 sono arrivati a sfiorare quota 3.000 vittime: per la precisione sono stati 2.975, con un aumento del 5% su base annua e una crescita monstre del 101% (un raddoppio), subase decennale.
«I dati sui reati a danno di minorenni di quest’anno sembrano, purtroppo, mostrare una maggiore fragilità del tessuto sociale – ha dichiarato Paolo Ferrara, Direttore Generale di Terre des Hommes – un allentamento dei vincoli morali fino alla rottura di alcuni tabù sociali e un crescente ritorno di fiamma di quella cultura patriarcale che, lungi dall’essere mai definitivamente sconfitta in questo Paese, sembra piuttosto riappropriarsi pericolosamente di spazi di “legittimità sociale” che sono poi lo stesso luogo di coltura della violenza di genere e nei confronti dei minorenni. Non possiamo più rimanere a guardare. Servono azioni rapide, concertate e integrate, che agiscano in maniera organica sia sugli aspetti culturali che su quelli normativi di contrasto alla violenza e alla violenza di genere. A chiedercelo sono soprattutto loro, le vittime di questa ondata di violenza che rischia di diventare, sempre di più, un’epidemia».