
“Molti potenti non ascoltano questo grido: la ricchezza della terra è nelle mani di pochi, pochissimi, sempre più concentrata – ingiustamente – nelle mani di chi spesso non vuole ascoltare il gemito della terra e dei poveri”. Così Papa Leone XIV nella catechesi dell’udienza giubilare che si è svolta sabato mattina in piazza San Pietro. Il Pontefice ha invitato ad “ascoltare e a portare in preghiera il grido della terra e il grido dei poveri”.
Leone XIV ha citato San Paolo: “Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi”. “È un’immagine molto forte – ha spiegato il Papa – ci aiuta ad ascoltare e a portare in preghiera il grido della terra e il grido dei poveri”.
Il Pontefice ha affermato che “Dio ha destinato a tutti i beni del creato, perché tutti ne partecipino. Il nostro compito è generare, non derubare”. “Eppure, nella fede – ha aggiunto Leone XIV – il dolore della terra e dei poveri è quello di un parto. Dio genera sempre, Dio crea ancora, e noi possiamo generare con Lui, nella speranza”. “La storia è nelle mani di Dio e di chi spera in Lui – ha concluso – non c’è solo chi ruba, c’è soprattutto chi genera”.
Il Pontefice ha spiegato che “la speranza è generativa” perché “è una virtù teologale, cioè una forza di Dio, e come tale genera, non uccide ma fa nascere e rinascere”. “Questa è vera forza – ha sottolineato Leone XIV – quella che minaccia e uccide non è forza: è prepotenza, è paura aggressiva, è male che non genera niente”.
Il Papa ha ricordato che “quella di oggi è l’ultima delle udienze giubilari del sabato, avviate lo scorso gennaio da Papa Francesco”. “Il Giubileo volge al termine – ha affermato – non finisce però la speranza che questo Anno ci ha donato: rimarremo pellegrini di speranza!”.
Leone XIV ha citato San Paolo: “Nella speranza, infatti, siamo stati salvati. Senza speranza, siamo morti; con la speranza, veniamo alla luce”. Il Pontefice ha evidenziato che “se la preghiera cristiana è così profondamente mariana, è perché in Maria di Nazaret vediamo una di noi che genera”. “Somiglia al Figlio e il Figlio somiglia a lei – ha aggiunto – e noi somigliamo a questa Madre che ha dato volto, corpo, voce alla Parola di Dio”.




