
L’81^edizione della Festa dei Marroni IGP si è chiusa domenica 2 novembre dopo un mese di eventi che hanno richiamato a Combai quasi 70 mila visitatori: “Purtroppo la pioggia ha rovinato l’epilogo della manifestazione - afferma la presidente della Pro Loco Erika Follador -, ma sole e temperature miti ci hanno permesso negli altri weekend di far vivere a decine di migliaia di persone momenti di svago, per lo più passeggiando nei boschi di Combai e degustando i piatti della cucina veneta declinati sui marroni. Naturalmente le rostidore giganti non hanno mai smesso di girare sfornando deliziose caldarroste… il nostro pezzo forte!”.
È stato un mese denso di appuntamenti per tutta la famiglia: dalla Fantastica via, ai laboratori per bambini, dalle passeggiate a tema agli Spettacoli del Mistero, fino al gran finale con BoscART. Dopo il Gallo gigante, il Biss Badaliss, il Mazarol, il Drago di Moncader, nel bosco di borgo Colmellere ha fatto la sua comparsa la Vecia Redosega. Un’installazione di cinque metri di altezza realizzata interamente con legna di risulta della pulizia del bosco.
L’opera, che ha visto la luce in tre giornate di lavoro da parte degli scultori Pietro Colmellere, Dario Bordin e Alberto Boschetti, rappresenta una figura leggendaria: “Ad ispirarci – spiega Pietro Colmellere, artista del legno e ideatore di BoscAR-T – è stato uno racconto che abbiamo ritrovato in un libro di storie e leggende della tradizione locale scritto dal compianto Michele Pagos. La Vecia Redosega è una strega, una creatura arcigna, un tempo una bellissima donna, che si è consumata la vita vagando per le valli bellunesi soprattutto d’inverno. Il freddo, il ghiaccio e le intemperie l’hanno incartapecorita, ma dietro l’aspetto imbruttito si nasconde una donna fiera, altezzosa”.
È la versione bellunese della Befana, che però, anziché portare doni ai bambini e qualche reprimenda ai più anziani, è solita portare scompiglio. Non in tutte le case… solo dove la luce è accesa di notte. La Vecia Redosega si fermava infatti solo dove le donne stavano ancora lavorando quando dovrebbero riposare. Libera allora la sua perfidia lanciando maledizioni che dureranno per un intero anno. Il messaggio? Le notti sono fatte per il riposo. “La Vecia al suo passaggio – prosegue Pietro Colmellere – sparge una luce argentea e vivifica che fa gelare le acque di fiumi e ruscelli. L’unica cosa che la Vecia teme è il canto del gallo, l’inizio del giorno”.
L’installazione di BoscAR-T fa rivivere la leggenda, offre nuova linfa alla tradizione popolare e abbellisce il bosco di Combai di opere spettacolari, tutte da ammirare, in un inedito e straordinario percorso d’arte.




