TARZO: danneggiato il leone alato
Inaugurato il 5 agosto scorso
Redazione Online
10/09/2025

Spezza il cuore vedere un’opera d’arte, lasciata a tutti in dote e accessibile a chiunque, offesa da gesti che definire vandalici è fin troppo poco. Quello che è accaduto al leone di Tarzo è frutto di una miscela pericolosa di ignoranza, maleducazione e totale mancanza di rispetto per il bene comune, per l’arte e per il territorio che rappresenta. Il leone non è solo una scultura: è un messaggio scolpito nella materia viva, nato da ferite reali – come quelle della Tempesta Vaia – per diventare simbolo di speranza e forza collettiva. Colpirlo significa non solo danneggiare fisicamente un’opera, ma insultare un artista, il suo impegno, la sua visione e mesi di lavoro dedicati con passione e rispetto a questo territorio. E non rispettare un luogo come questo – libero, aperto, condiviso – è come non rispettare la propria casa, la propria storia, il proprio patrimonio. Chi si è reso responsabile di questo gesto dimostra non solo inciviltà, ma un pericoloso vuoto di valori”.

Con queste parole Marina Montedoro, presidente dell’Associazione per il patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, commenta l’atto vandalico al leone alato di Marco Martalar, monumentale opera in legno realizzata con materiali di recupero tra cui il legno degli alberi abbattuti dalla Tempesta Vaia e i tralci di vite delle Colline, inaugurata il 5 agosto scorso a Tarzo, in occasione del sesto anniversario dell’iscrizione delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco.

L’opera è stata fortemente voluta dall’Associazione per il Patrimonio delle Colline Unesco, con l’intento di lasciare in dono alla collettività un simbolo di identità, bellezza, memoria e sostenibilità, pienamente accessibile e integrata nel paesaggio.  “In un contesto pensato per essere vissuto in armonia con la natura e con l’arte – conclude Montedoro - dover pensare a recinzioni o sistemi di sorveglianza sarebbe una sconfitta culturale per tutti. Ma non ci arrendiamo: il Leone sarà restaurato, e con esso continuerà a vivere il messaggio che abbiamo voluto consegnare al futuro – che anche dalla distruzione può nascere bellezza, se c’è cura, coscienza e rispetto”.