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AGRICOLTURA: al via la stagione irrigua

Coldiretti Treviso preoccupata per l'introduzione del "deflusso ecologico"

AGRICOLTURA: al via la stagione irrigua

Con la giornata dell’irrigazione promossa dall’Anbi Veneto è ufficialmente iniziata il 16 marzo la stagione irrigua anche nella Marca trevigiana, oltre che in tutto il Veneto.

“L’irrigazione ha svolto un ruolo importante per il nostro sistema agricolo – sottolinea Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso - promuovendo lo sviluppo economico attraverso una maggiore diversificazione delle produzione agricole con più elevato valore aggiunto. Attualmente in provincia di Treviso sono irrigati con il sistema pluvirriguo ben 30 mila ettari e 25 mila ettari invece sono coperti dall’ irrigazione a scorrimento (canali e  canalette).

“La gestione dell’acqua riveste un ruolo cruciale per la difesa del territorio come del resto quello della bonifica – aggiunge Polegato -  La difesa idraulica consortile ha retto, a riprova, nell’alluvione del 2010, e i consorzi stanno contribuendo alla realizzazione e alla gestione dei bacini di laminazione delle piene che la Regione ha individuato lungo i corsi d’acqua più critici.

In un quadro generale già vulnerabile la questione di un programma europeo sulla protezione idrica è preoccupante – ha spiegato Polegato – tanto che Coldiretti Veneto ha promosso una mozione recentemente approvata in Consiglio regionale, che impegna la Giunta ad agire con l’Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali a svolgere studi approfonditi valutando le giuste deroghe alla Direttiva Quadro delle Acque.

Per raggiungere “lo stato buono” del distretto idrografico veneto, tra le misure previste, c’è anche l’introduzione del “deflusso ecologico” che impone un maggiore rilascio delle acque a valle delle opere di presa lungo i fiumi. In particolare, questo obbligo vale per i fiumi a regime “torrentizio” come il Piave e il Brenta, solo per citare i più importanti.

La pratica irrigua fortemente ridimensionata con l’applicazione senza deroghe del deflusso ecologico metterebbe a rischio tutte le coltivazioni già alle prese con le variazioni del clima che portano ad annate siccitose con lunghi periodi di assenza di pioggia. Le dinamiche vanno analizzate nel loro complesso perché interessano l’agricoltura, la produzione di energia, la fruizione turistica delle aree di montagna e di pianura e, in definitiva, tutta la cittadinanza.

“Appare ragionevale oltre che urgente che Coldiretti chieda deroghe all’applicazione per la ricarica delle falde – conclude Polegato - Si tratta di una scelta strategicache  consente di alimentare un processo virtuoso di vivificazione dei centri urbani non solo dei campi”. 

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