ALZHEIMER: prosegue l'impegno del Veneto per i Centri di Sollievo
Nel territorio regionale sono 158, attualmente assistono oltre 2000 persone contando su circa 1800 volontari
Proseguirà anche nel 2020 il progetto della rete di "sollievo" per malati di Alzheimer, Parkinson e demenze presente nel Veneto.
La Giunta regionale ha rifinanziato con un milione e mezzo di euro i Centri Sollievo attivati in Veneto da terzo settore, volontariato, Comuni e Ulss come esperienze di auto-aiuto per i familiari e di sostegno alle persone affette da decadimento cognitivo.
“Il progetto iniziale, avviato a Vedelago nei primi anni del Duemila su iniziativa degli amministratori e del volontariato locale, si è rapidamente diffuso ed esteso al territorio regionale – sottolinea l’assessore regionale alla sanità al sociale Manuela Lanzarin - I Centri Sollievo, espressamente previsti dal piano sociosanitario del Veneto, sono uno dei perni di supporto delle politiche di domiciliarità: nell’ultimo triennio il loro numero è cresciuto passando dai 106 del 2016 ai 158 nel 2019. Attualmente assistono oltre 2000 persone e impegnano circa 1800 volontari, con l’apporto di medici di medicina generale, specialisti e sanitari dei centri per il decadimento cognitivo, dei servizi distrettuali e comunali e del volontariato organizzato. Di pari passo è andato aumentando anche il sostegno finanziario della Regione, passato dal milione e 115 mila euro del 2016 al milione e 500 mila euro messo a bilancio nelle ultime annualità”.
La risorse, confermate con la nuova delibera, sono assegnate alle Ulss in proporzione al numero di abitanti ultrasessantacinquenni e al numero delle persone in carico ai Centri, ma anche in base al numero dei giovani volontari, delle associazioni e dei Comuni coinvolti. I territori più finanziati risultano essere la Marca trevigiana (294.000 per l’Ulss 2), il Veronese (277.000 euro per l’Ulss 9), che nel riparto della quota premiale guadagnano i maggiori incentivi. Seguono il Padovano (234.000 euro per l’Ulss 6 Euganea), l’Ulss 3 Serenissima (216.000 euro), l’Ulss 8 Berica (120.000 euro), l’Ulss 7 Pedemontana (113.000 euro), l’Ulss 5 Polesana (92.000 euro), l’Ulss 1 Dolomiti (89.000 euro) e l’Ulss 4 del Veneto Orientale (65.000 euro).
“L’evidenza scientifica di questi anni di sperimentazione – commenta l’assessore – conferma che i Centri Sollievo aiutano la permanenza della persona anziana il più a lungo possibile a casa propria, ritardano il processo involutivo sostenendo e rinforzano le abilità residue. Sono un punto di incontro e di socializzazione per le persone anziane, ma costituiscono anche un servizio significativo per i famigliari che, nelle figure specializzate e nei volontari dei centri, trovano appoggio, consulenza e supporto. Si tratta appunto di un servizio di "sollievo", che alleggerisce i carichi di assistenza e cura, valorizza il mutuo-aiuto e rompe il cerchio di isolamento che circonda i nuclei familiari alle prese con il decadimento cognitivo di un componente. I Centri Sollievo sono ormai entrati a pieno titolo nella rete regionale dei servizi di diagnosi, cura e assistenza delle demenze”.
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