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AMBIENTE: tempo di riscoperta per i laghi

In crescita i visitatori e i turisti

AMBIENTE: tempo di riscoperta per i laghi

Fino a qualche anno fa i nostri laghi attraevano pochi appassionati ed erano sottovalutati da un punto di vista naturalistico. Ma con l’affermarsi e il diffondersi dell’interesse per il contatto con la natura, in tanti hanno iniziato a frequentare questi spettacolari microcosmi. Sicuramente la capacità attrattiva è cresciuta anche grazie al potenziamento della rete di sentieri, spazi verdi, ponti... Marta Meneghini, del gruppo Guide NaturalMente (www.naturalmenteguide.com), è letteralmente di casa ai laghi di Revine. Infatti vive a Tarzo e accompagna visite guidate di studenti, adulti e famiglie intorno ai laghi. Tanti arrivano da fuori provincia di Treviso. I più giovani apprezzano soprattutto le notturne. Tiene anche visite di scolaresche intorno al lago Morto, ai Laghetti Blu e alla sorgente del Meschio, mettendo in rilievo gli aspetti naturalistici e la presenza dei grandi predatori ai piedi del Visentin, «ma indubbiamente i laghi di Revine offrono molti più spunti». Pensiamo solo alla fauna: «Ultimamente sono arrivati l’airone bianco e l’airone rosso. C’è anche il tarabuso, specie protetta e di interesse comunitario. Altre due specie interessanti sono il torcicollo e l’upupa. Intorno ai laghi gravitano vari passeriformi e rapaci. C’è anche il cormorano. Molta curiosità la suscita lo svasso maggiore che durante il periodo primaverile mette in atto delle danze d’amore davvero suggestive. I laghi di Revine sono una sorta di autogrill degli uccelli lungo l’autostrada delle loro rotte migratorie». Revine è nota per i rospi comuni e le loro “migrazioni” verso i laghi, accompagnate e protette da tanti volontari, oltre che da un rospidotto di recente realizzazione. «La presenza del rospo - sottolinea Marta - è indice di ambiente sano e biodiversità». Tra gli altri animali che si possono incrociare da queste parti, volpi, tassi, lepri, caprioli, cervi. Più problematica la situazione sotto acqua, dove specie autoctone (luccio, tinca, persico reaF le, alborella...) sono minacciate da specie aliene come persico sole e trota, e pesce gatto. Meneghini - dopo aver sottolineato che i laghi piacciono tanto agli stranieri (che arrivano in camper o si appoggiano ad agenzie o sono “fai da te”) e agli appassionati di mountain bike - spiega che vi sono sicuramente dei “margini di miglioramento” dell’offerta turistica. Pensiamo, ad esempio, al completamento del percorso lungo il lago sul versante di Tarzo. O, più a portata di mano, la collocazione di semplici e chiari pannelli informativi tradotti almeno in inglese, «perlomeno per spiegare che si tratta di laghi di origine glaciale e non artificiali, come qualcuno ancora pensa!». Ma - chiediamo - non c’è ora il rischio di un’invasione di turisti? «Bisogna lavorare per un turismo ecologico, promosso attraverso proposte e promozioni cartecee e via web - osserva Meneghini -. Proporrei anche la creazione di un “marchio dei laghi” per i tanti prodotti della terra (ulivi antichi, fagioli, patate, miele...) che qui crescono». FC

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