Alla scoperta dei tesori di fede e di arte del territorio
Sabato 21 aprile.
Sabato 21 aprile sarà il territorio della Vallata del Soligo la meta della seconda uscita nella primavera 2018 per gli operatori culturali volontari della quinta edizione del corso di formazione promosso dall’Istituto Diocesano “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”.
Il ritrovo dei partecipanti è fissato alle ore 8.30 presso la chiesa arcipretale di Miane, da dove si salirà in auto fino al Santuario della Beata Vergine del Carmine, da sempre meta della devozione dei fedeli del luogo e anche di altre comunità. Alle 10.15 il gruppo sarà nella piazza di Premaor: qui si recherà prima in visita alla storica Cantina Gregoletto, e poi salirà alla chiesetta di Col Zanin intitolata alla Madonna Immacolata, edificio del ‘600 di proprietà della stessa famiglia Gregoletto, negli anni scorsi sottoposto ad un qualificato intervento di restauro. A concludere la mattinata, alle 11.30, la sosta a Follina presso lo storico Palazzo Barberis, nel centro del paese, recentemente acquistato dall’amministrazione comunale. Le visite alla Madonna del Carmine e a Follina saranno guidate dalla dott.ssa Cristina Chiesura, attuale referente dell’Istituto “Beato Toniolo” per la Casa di accoglienza e spiritualità “Foresteria Santa Maria” nell’Abbazia di Follina.
Come detto, si tratta del secondo interessante viaggio quest’anno degli operatori culturali volontari del “Beato Toniolo” alla scoperta dei tesori di arte e di fede del territorio, in linea con la “mission” dell’Istituto Diocesano che punta alla realizzazione di percorsi per l’accoglienza e le visite nelle chiese, e ha al suo attivo anche un biennio superiore per diplomati in turismo religioso insieme alle diocesi di Vittorio Veneto e Belluno - Feltre. Nella prima uscita di sabato 7 aprile, infatti, la comitiva ha raggiunto per la prima volta la forania veneziana di Torre di Mosto - oggi inserita nei percorsi della Romea Strata e di altri progetti di turismo religioso - dopo che negli anni precedenti le mete seguite dai corsisti erano state altre realtà territoriali della diocesi vittoriese, dal Quartier del Piave al bellunese, dal vittoriese e coneglianese fino all’opitergino mottense. A Ceggia il primo appuntamento del folto gruppo guidato da Cristina Falsarella, direttrice del’Ufficio Arte Sacra della diocesi, e da Marco Zabotti, direttore scientifico dell’Istituto “Beato Toniolo”, alla scoperta delle meraviglie architettoniche e pittoriche della Cappella Bragadin, bene storico e religioso di grande valore e bellezza che viene aperto di regola una volta al mese ai fedeli per la recita del rosario.
Grazie alle spiegazioni complete e puntuali offerte da Maurizio Marchesin, appassionato cultore di storia e arte locale, il gruppo ha potuto conoscere le vicende antiche e recenti dell’Oratorio Bragadin e gustare il fascino degli interni affrescati, condividendo l’auspicio di una valorizzazione ad un vasto pubblico dell’importante sito religioso collocato nel complesso di una villa nobiliare, proprio nel cuore del paese. Sempre Marchesin è stata la guida apprezzata ai tanti elementi di interesse storico, artistico e simbolico della chiesa arcipretale di Ceggia, intitolata a San Vitale Martire, nella visita alla quale ha dato il benvenuto il parroco don Fabio Soldan, convinto della necessità per la comunità cristiana ciliense di essere “custode” attenta e sollecita per la salvaguardia e la cura dei beni religiosi in proprietà a valenza storica e artistica. Lo stesso don Fabio ha offerto la possibilità ai corsisti di scoprire altre preziose testimonianze conservate negli ambienti parrocchiali. Infine, la chiesa di Sant’Anna di Boccafossa, nel comune di Torre di Mosto, è stata la terza e conclusiva tappa della mattinata, grazie alla fattiva collaborazione delle volontarie locali Rosanna Dotta Catto e Bruna Favaro, che hanno aperto gli ambienti ai visitatori, illustrato la storia e i motivi di interesse della sede religiosa già conventuale, in particolare la devozione per la Madonna del latte raffigurata in un’antica statuetta in pietra, rinvenuta nei tempi antichi nei terreni agricoli della zona. Proprio questa Madonna di Boccafossa era stata compresa nel lavoro di tesi al corso superiore presentato da Cinzia Tardivel, diplomata nel gruppo dei cinque diocesani, che ha delineato un percorso molto significativo sul latte nel sacro e le immagini della tradizione, a partire dall’Austria fino ai nostri territori.
Il terzo e conclusivo appuntamento con le uscite del corso è previsto a Venezia il prossimo 12 maggio a cura della storica dell’arte Ester Brunet, alla scoperta della Basilica di Santa Maria della Salute, del Palazzo del Seminario e della Scuola Grande dei Carmini.
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