Brexit rinviata al 31 ottobre
I capiti di Stato Ue hanno deciso una proroga. Ma tra i Ventisette c’è chi non si fida più di Londra
Il summit dei capi di Stato e di governo Ue si è concluso a notte fonda con la decisione di prorogare il "recesso" della Gran Bretagna al 31 ottobre.
Ma se Westminster trovasse nelle prossime settimane una maggioranza per approvare l'accordo firmato dalla May con l'Europa, il Regno Unito potrebbe uscire immediatamente dalla "casa comune", evitando di partecipare alle elezioni per il rinnovo dell'Europarlamento. Clima teso tra i protagonisti del vertice e, soprattutto, diventa più profondo il solco tra inglesi e altri Stati membri.
Nelle “Conclusioni”, documento finale e ufficiale del summit, si legge che il Consiglio europeo, ricevuta dalla May la richiesta di un rinvio del Brexit, accetta “una proroga, così da consentire la ratifica dell’accordo di recesso. Tale proroga non dovrebbe superare la durata minima necessaria e in nessun caso il 31 ottobre 2019. Se l’accordo di recesso è ratificato dalle due parti prima di tale data, il recesso avrà luogo il primo giorno del mese successivo”. Il Consiglio europeo sottolinea peraltro che “occorre evitare che la proroga comprometta il regolare funzionamento dell’Unione e delle sue istituzioni”. Ovvero nessuno vuole Londra di traverso nel cammino dell’Unione. Se entro il 22 maggio il Regno Unito “non avrà ratificato l’accordo di recesso, dovrà organizzare le elezioni del Parlamento europeo conformemente al diritto dell’Unione. In caso non ottemperi a tale obbligo, il recesso avrà luogo il 1º giugno 2019”. Il documento “ribadisce che l’accordo di recesso non può essere riaperto”: cioè prendere o lasciare. Il Consiglio europeo rileva che il Regno Unito, a norma dell’articolo 50 del Trattato Ue, “continuerà durante il periodo di proroga a essere uno Stato membro con tutti i diritti e gli obblighi che ne conseguono” e prende atto dell’impegno inglese “a comportarsi in modo costruttivo e responsabile durante tutto il periodo di proroga, come richiede il dovere di leale cooperazione”. A tal fine il Regno Unito “deve facilitare all’Unione l’adempimento dei suoi compiti e astenersi da qualsiasi misura che rischi di mettere in pericolo la realizzazione degli obiettivi dell’Unione”
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