«Colpito a morte il sistema Veneto delle scuole paritarie». 75 mila firme raccolte in tre giorni
La mobilitazione delle scuole materne paritarie aderenti alla Fism ha preso vita giovedì 20 novembre.
La mobilitazione delle scuole materne paritarie aderenti alla Fism ha preso vita giovedì 20 novembre, Giornata mondiale dei diritti del bambino. E’ stata una giornata di protesta sia a livello regionale che locale, sia a livello istituzionale. Lo scopo è stato quello di evidenziare il ruolo delle scuole paritarie che soffrono tagli nei contributi per un servizio pubblico che costa la metà delle scuole pubbliche. A rischio centinaia di posti di lavoro e la progressiva chiusura di scuole.
La Fism ha invitato le parrocchie a suonare le campane alle ore 11.00, alla presenza di delegazioni scolastiche che sono scese in strada a quell’ora. I presidenti Fism Veneto sono stati sempre alle ore 11.00, a Venezia dal Prefetto. In questi giorni le scuole della regione hanno infatti effettuato tra l’altro una raccolta di firme che sono state consegnate oggi in Prefettura a Venezia: ben 75 mila firme raccolte in soli tre giorni.
L’INCONTRO DEI PRESIDENTI IN PREFETTURA
In contemporanea con le manifestazioni in strada, oggi a Venezia la Fism del Veneto ha incontrato il capo di Gabinetto della Prefettura in qualità di rappresentante dello Stato. Presenti oltre al presidente regionale Stefano Cecchin anche Milena Baghin presidente di Fism Vicenza, Ugo Brentegani presidente di Fism Verona, Monica Pasetti delegata di Fism Treviso, Ugo Lessio segretario Fism Veneto e presidente di Fism Padova. I presidenti hanno consegnato anche un appello al Governo nel quale fanno presente lo stato di grave disagio nel quale vivono le scuole paritarie. «Nel 2015 il taglio a livello nazionale sarà di 28 milioni di euro – ha spiegato Cecchin -. Quest’anno in Veneto sono saltati 500 milioni. Nel 2015 saranno 472. 93 mila bambini, 9000 dipendenti, 1173 scuole. Il 45% dei Comuni ha solo la scuola d’infanzia paritaria. Nella fascia d’età 0-3 anni il 70 per cento dei bambini è scolarizzato all’interno delle scuole paritarie. E’ un piano inclinato sul quale stanno scivolando le scuole, questo non lo accettiamo. Il sistema veneto non può essere colpito a morte in questo modo. Anche se la delibera della Regione per i soldi arretrati è stata approvata - conclude Cecchin - ci vorranno almeno altri cinque mesi perché questi soldi entrino in cassa. Intanto noi dobbiamo pagare gli stipendi e le spese».
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