Cucina e cultura: profughi Caritas a scuola di integrazione con la cuoca Paola De Santis
Per tutta l'estate un corso per 30 donne e uomini asiatici e africani. Un primo passo verso, magari, un futuro lavorativo
A scuola di cucina, a scuola di cultura. Al via una nuova iniziativa della Caritas della diocesi di Vittorio Veneto (www.caritasvittorioveneto.it ) per gli stranieri richiedenti protezione internazionale (comunemente ma impropriamente detti “profughi”): per camminare verso l'integrazione, per cominciare ad acquisire competenze ed esperienze in futuro spendibili nel mercato del lavoro.
Dall’inizio di luglio, sono partite 6 edizioni parallele del “Corso di base di cucina”: 5 incontri da 3 ore per ciascun corso, circa 90 ore di insegnamento teorico e pratico, fino al test conclusivo sulle competenze acquisite. A tenere il corso è la cuoca Paola De Santis con l’assistenza di Gaetano Messina, siciliani trapiantati a Vittorio Veneto.
Gli alunni sono circa 30 uomini e donne richiedenti protezione internazionale che Caritas ospita in diverse strutture: provengono da Pakistan, Nigeria, Sudan, Mali, Guinea Conakry ed altri ancora. Hanno accolto con entusiasmo la proposta formativa di Caritas.
“Nelle prime lezioni -racconta De Santis - abbiamo parlato delle norme igieniche e spiegato come mantenere la qualità del cibo nella preparazione e nella conservazione. Poi abbiamo iniziato a preparare assieme il pane”. Da lì si continuerà il percorso didattico fino a perfezionarsi nella pasta, pilastro della cucina italiana, nel riso, nei sughi e in qualche piatto di carne.
Ad ospitare il corso e la cucina professionale e laboratorio didattico interno a Casa Don Vittorino Favero, la struttura di accoglienza per persone in difficoltà, a fianco del Seminario a Vittorio Veneto, realizzata grazie ai fondi dell'otto per mille destinati alla Chiesa cattolica.
“Abbiamo trovato – prosegue De Santis- interesse e predisposizione negli alunni ben al di sopra delle nostre aspettative”.
“Al termine di questo primo percorso, gli alunni più bravi o i più motivati potranno continuare con ulteriori lezioni”, spiega il direttore di Caritas diocesana don Roberto Camilotti, ideatore di questo progetto cucina&cultura.
“Questo corso vorrebbe essere un primo step in vista di altri percorsi di formazione più approfondita, che possano dare a questi uomini e donne le competenze per essere assunti in futuro in ristoranti o alberghi”, spiega Monica Zaghet, coordinatrice dell'area Accoglienza richiedenti protezione internazionale per Caritas Vittorio Veneto.
Parte del materiale didattico per i corsi – cioè il cibo che uomini e donne straniere imparano a trattare e preparare “all'italiana” è frutto delle donazioni di frutta e verdura che Caritas riceve ogni settimana, in particolare dal supermercato Coop di Vittorio Veneto e dalla azienda Ecor di San Vendemiano, e che diventano ogni giorno, tramite Caritas, pasti sulla tavola di persone in difficoltà. Ad Ecor e Coop Caritas ci tiene a ribadire il suo grazie.
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