Dagli al vignaiolo!
La passione del momento.
Ve ne siete accorti? Negli ultimi tempi pare che sparlare di Prosecco sia diventata una moda mondiale, tutti devono perdere 5 minuti della loro vita per spiegare esattamente il perché e il per come del fenomeno della bollicina italiana più venduta al mondo, possibilmente in chiave negativa. Sembra che questo pianeta sia improvvisamente pieno di persone che vogliono rubare con scaltrezza il lavoro a presidenti e direttori di consorzi. Gli attacchi arrivano da ogni dove, faziose trasmissioni televisive, ambientalisti, produttori di altre denominazioni: tanti nemici, tanto onore verrebbe da concludere.Il Prosecco è un treno in corsa, piace, è accessibile a tutti, è facile e si presta ad essere bevuto in qualsiasi occasione. In parole povere ad un’ampia parte di mondo rode che un vino così semplice possa aver creato una nuova fetta di mercato.Oggi vorrei parlarvi del “ramo ambientalista” dei nostri problemi facendovi notare un primo, piccolo particolare: Asolo, 1.000 ettari circa di superficie vitata; Conegliano-Valdobbiadene, 8.000 ettari circa di superficie vitata; Prosecco Doc, 25.000 ettari circa di superficie vitata.Nonostante l’ampiezza territoriale in cui si estende la zona del Prosecco, nelle sue diverse accezioni, la critica si sta accanendo sulle colline del Conegliano Valdobbiadene. In quei luoghi la densità delle vigne è certamente elevata, ma è stata proprio questa peculiarità che ne ha fatto un paesaggio unico al mondo, unitamente alla sapienza delle mani contadine che nel corso dei decenni hanno lavorato per modellarne la bellezza, novelli Canova, amanti del loro territorio e della loro casa.La bellezza di questi posti ha invogliato sempre più persone a trasferirsi per vivere in pace, in posti incantati, a contatto con la natura.Nascono però problemi di convivenza quando i Comuni permettono a queste persone di costruire la loro casa, magari ristrutturando vecchi fienili senza considerare che queste stesse persone potrebbero un giorno decidere che tu, vignaiolo da sempre presente su quei colli, non puoi più trattare perché li disturbi.Non sono certo qui per nascondere che ci sono stati e ancora ci sono problemi nella convivenza tra agricoltura moderna e l’uomo. Ma quando alcuni giornalisti preferiscono fomentare la paura della popolazione, far passare la nostra zona come fonte sicura di tumori e malattie gravissime, proporre le nostre viti come causa di frane e allagamenti, mostrare il vignaiolo come uno sterminatore alla ricerca di facile share invece che di puntuale e verificata realtà giornalistica, allora devo poter pur dire la mia.A Treviso il prefetto ha creato, per capire quali erano e sono i problemi del Prosecco, un tavolo, al quale ho la fortuna di partecipare come vignaiolo indipendente della Fivi assieme a sindaci, consorzi, ambientalisti, comitati di cittadini e di professionisti.Si discute con chi studia i dati delle malattie e capisci che l’incidenza di tumori è più bassa rispetto al resto della regione e in linea con i livelli nazionali. Hai modo di parlare con la Polizia forestale e senti che il numero degli incendi è diminuito perché c’è molto meno terreno abbandonato. Scopri che, proprio grazie alla presenza sul territorio dei vignaioli che curano il verde, ci sono meno problemi di frane e allagamenti che derivano invece da incuria e cementificazione.Nessuno racconta mai degli sforzi che i consorzi stanno facendo per studiare e mettere in pratica un protocollo che limiti i prodotti fitosanitari.Nessuno dice che gli agricoltori ogni giorno cercano di seguirne i ragionamenti e le linee-guida con la pratica sul campo per arrivare ad una sempre miglior gestione delle vigne; impegno dimostrato dal decremento dell’utilizzo negli ultimi 15 anni dei prodotti tossici o altamente tossici.Nessuno dice che le nuove generazioni hanno delle sensibilità diverse dagli agricoltori di quarant’anni fa e che studiano, fanno ricerca, si mettono in discussione ogni santa annata per affrontare i problemi nel miglior modo possibile.Nessuno racconta mai dei restrittivi regolamenti comunali che tutti noi dobbiamo giustamente rispettare.Nessuno dice mai che le acque profonde (potabili), per le quali la Regione Veneto ha uno dei protocolli di raccolta dati più severi di tutta Italia, sia per numero di siti, sia per numero di controlli, sia per numero di sostanze ricercate, hanno valori assolutamente e abbondantemente al di sotto della soglia di rischio.E tutto questo, ben prima che arrivassero le telecamere.Nella vita e nel lavoro si può migliorare, si deve migliorare e noi vogliamo rendere le colline del Prosecco superiore un posto sempre più bello e salubre. Fa parte del nostro lavoro: quale azienda di qualità non è interessata a rendere il proprio posto di lavoro bello e sano? Come potremo noi vignaioli deturpare un territorio che è l’unico vero padrone del nostro vivere e lavorare?Quello che spesso si dimentica di dire, come se fosse una cosa insignificante, è che i vignaioli abitano il territorio, per primi. Ci sono nati e ci vivono. È la loro casa.
Luca Ferraro“Vignaioli indipendenti” nell’Asolo Docg
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