Decreto Sicurezza: rischio esuberi nei centri di accoglienza
La previsione di tagli ai posti di lavoro per la Nova Facility che gestisce i centri di Oderzo e Treviso
Si abbatte la scure del Decreto Sicurezza sui centri di accoglienza della Marca: rischio esuberi per i lavoratori della Nova Facility di Treviso, azienda che gestisce i servizi alle Caserma Serena di Casier e Zanusso di Oderzo e il centro accoglienza di Vittorio Veneto. È quanto è emerse dall’incontro nella sede trevigiana di Assindustria tra i sindacati di FP CGIL di Treviso e FISASCAT CISL di Belluno Treviso con Nova Facility.
L’applicazione del Decreto Sicurezza, fissata per il 1° maggio, rischia di comportare una riduzione dei posti di lavoro dei 102 operatori. Al fine di salvaguardare i lavoratori, i Sindacati hanno subito chiesto con urgenza la procedura di applicazione del FIS (Fondo di Integrazione Salariale) fino a fine maggio per sostenere il reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività dei dipendenti. Un periodo che permetterà alle Parti Sociali di approfondire tutti i dettagli e, condizioni permettendo, di arrivare a un accordo.
FP CGIL di Treviso e FISASCAT CISL di Belluno Treviso, inoltre, hanno convocato per venerdì 19 aprile alle 12.30 a Treviso e martedì 23, sempre alla stessa ora, due assemblee dei lavoratori per spiegare la vertenza e confrontarsi sulla sua gestione.
“C’è molta preoccupazione per l’impatto del Decreto Salvini sul sistema di accoglienza e, in particolare, sui livelli occupazionali - afferma Marta Casarin della Fp Cgil Treviso -. Dal 1° maggio, cooperative, associazioni e imprese impegnate nel settore subiranno una sforbiciata dei fondi per i servizi offerti, taglio che potrebbe far perdere il posto ai lavoratori trevigiani e che mette a rischio la tenuta dell’intero sistema”.
“Ci siamo mossi immediatamente - aggiunge Edoardo Dorella, segretario generale della Fisascat Cisl Belluno Treviso - per gestire la difficoltà di questo momento e richiedere l’attivazione di ammortizzatori sociali che diano risposte ai lavoratori e alle loro famiglie, che stanno vivendo una fase di grande incertezza. Pensiamo a loro, ma anche a coloro che non riceveranno più servizi e professionalità”.
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