Disabilità: nessuno si senta straniero in casa propria
Sabato 16 febbraio in Seminario il sesto convegno annuale della Pastorale della salute diocesana. Apre il vescovo Corrado
Redazione Online
12/02/2019

Assicurare una vita normale alle persone con disabilità. Un impegno che interroga ogni comunità cristiana perché «una comunità che ascolta la Parola di Dio e si interroga sul modo evangelico di interpretare l’oggi, non può avere dubbi: il modo per vivere la relazione con l’altro è quello di donare occasioni di socialità – osserva Sandra Stazzer, originaria di Ceneda e oggi direttore del reparto cerebrolesioni acquisite e responsabile dell’area neurofisiatrica dell’Istituto scientifico Eugenio Medea di Bosisio Parini –. Gesù toccando i lebbrosi, guarendo i “paralitici” non faceva altro che dare una nuova occasione di integrazione sociale in un tempo in cui le persone malate e diverse erano escluse perché impure. Il cristiano che vuole vivere la propria fede non può ammettere la legge dell’esclusione. Se non ha occasioni di spingere una carrozzina, certamente ha molte occasioni per sostenere l’idea di una società in cui l’altro è accolto».Strazzer è uno dei relatori del convegno di sabato 16 febbraio in Seminario. Si soffermerà sulle sfide dell’inclusione sociale. «L’inclusione sociale – spiega – è una realtà. I disabili sono inseriti nelle realtà scolastiche e lavorative. Tantissime realtà di volontariato e iniziative sociali che favoriscono il tempo libero, lo sport, l’autonomia, il divertimento, le vacanze sono diffuse e presenti sul territorio. Pensiamo solo alla rilevanza che hanno oggi i giochi paralimpici: alcuni campioni sono famosi e contribuiscono ad abbattere molte barriere, soprattutto quelle mentali». Pensare però che questo percorso sia concluso e tutto vada per il meglio non è vero. Spiega Strazzer: «Sul Corriere della Sera di mercoledì 6 febbraio 2019, nella rubrica di Giacomo Schiavi, viene citata una lettera anonima arrivata ai genitori di un bambino con difficoltà. Vi è scritto: “Non vogliamo vostro figlio in classe, portatelo via altrimenti se ne andranno gli altri”. Schiavi chiede: “Perché siamo diventati così cattivi?”. Il discorso non è però così semplice, certo che è deprecabile questa lettera, ma cosa c’è dietro a questo, solo cattiveria? Se noi vogliamo integrazione e accoglienza dobbiamo lavorare ancora molto e il lavoro non sarà mai finito. Le disabilità sono molte: un conto è parlare di un bambino che ha solo difficoltà motorie e un conto è parlare di bambini con difficoltà comportamentali… Nel primo caso l’aspetto più rilevante è abbattere delle barriere fisiche, nel secondo caso il discorso diventa complesso: ogni bambino ha bisogno di ridurre tutto ciò che potenzia le sue difficoltà e facilita la relazione positiva con le insegnanti e i compagni e stimoli gli apprendimenti possibili. Per far questo ci vuole competenza, esperienza e gli insegnanti non possono essere lasciati soli. Tante persone devono contribuire perché la presenza a scuola non sia fittizia e possa essere un’esperienza positiva per quel bambino e l’intera classe. Solo quando l’esperienza è positiva per tutti siamo arrivati alla vera integrazione e inclusione».Lo stesso succede quando pensiamo al mondo del lavoro: «Non sempre – conclude Strazzer – è possibile arrivare a un lavoro produttivo, però è importante cercare soluzioni alternative perché la socialità è l’elemento fondamentale per la vita di ciascuno e diventa sostegno e sollievo alla famiglia che così non è lasciata sola».

DISABILITÀ, CONVEGNO IN SEMINARIOo scorso 9 febbraio il vescovo Corrado ha celebrato l’eucaristia per la Giornata mondiale del malato alla Nostra Famiglia di Conegliano per esprimere la gratitudine e la vicinanza della diocesi per 50 anni di presenza, in città, dell’istituto e del suo servizio alla disabilità infantile (vedi articolo a pagina 11). Per questa stessa ragione è dedicato alla disabilità il sesto convegno annuale organizzato dalla Pastorale della salute diocesana, in programma sabato 16 febbraio nell’aula magna del Seminario a Vittorio Veneto dalle 9.30 alle 12.30. “Disabilità: nessuno si senta straniero in casa propria” è il titolo. L’apertura sarà a cura del Vescovo, anche nella sua veste di presidente di Caritas Italiana. Dopo di lui Paola Vescovi, direttore del Servizio disabilità e non autosufficienza del distretto di Pieve di Soligo dell’Ulss 2, (tema “Persone con disabilità sul territorio: presenze, problemi, risorse”), Angelo Ferri, medico-legale, già presidente provinciale della Commissione per l’invalidità civile (“La legislazione a favore delle persone con disabilità: tra evoluzioni teoriche e difficoltà operative”) e Sandra Strazzer, responsabile dell’area neurofisiatrica dell’Irccs Eugenio Medea de La Nostra Famiglia (“La coscienza cristiana, individuale e comunitaria, di fronte alle situazioni di disabilità”).