FASE 2: nasce in Veneto l’“alleanza pubblico-privato” per prevenire ritorni di contagio
Assindustria Venetocentro, Confindustria Vicenza, Fondazione Cariparo e Unioncamere Veneto: un co-finanziamento di 300mila per il maxi Piano anti-Coronavirus di Regione Veneto e Università di Padova
Dispositivi di protezione individuale distribuiti in massa, tamponature diffuse della popolazione per isolare gli asintomatici, test seriologici, diagnostica precoce. Questi sono i capisaldi alla base del contenimento dell’epidemia in Veneto e questo è il modello di riapertura in sicurezza da implementare nella Fase 2, per consentire riaperture estese delle attività economiche e sociali, evitando una possibile seconda ondata di contagio e nuove misure di chiusura a quel punto ancor più disastrose. Un modello riconosciuto, anche a livello internazionale, che si è esteso a più fronti di collaborazione virtuosa tra istituzioni, mondo universitario e della ricerca, sistema sanitario e imprese.
Un’alleanza tra pubblico e privato che ora si consolida attraverso l’attuazione del “Piano congiunto anti-coronavirus” (denominato Piano “Epidemia Covid-19 - Interventi urgenti di Sanità Pubblica”) che Regione del Veneto e Università di Padova, con la Croce Rossa Italiana, hanno attivato con lo scopo di interrompere la catena di trasmissione del virus.
Partendo da questo obiettivo, Assindustria Venetocentro - Imprenditori Padova Treviso, Confindustria Vicenza, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e Unioncamere Veneto hanno deliberato il sostegno e il co-finanziamento del Piano, per un importo complessivo pari a 300mila euro, con un contributo di 75mila euro ciascuno, che prevede lo screening diffuso della popolazione, a cominciare dalle categorie di lavoratori più esposti, per individuare i “positivi” con sintomi lievi e asintomatici ed allargare l’isolamento domiciliare fiduciario, minimizzando i rischi di nuovi contagi e lockdown.
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