Il giornale del 14 febbraio. Edizione digitale
Opere, non parole
“Misericordia io voglio e non sacrifici”: con queste parole inizia il messaggio di papa Francesco per la Quaresima 2016. Sono parole del profeta Osea, che Gesù richiama per far capire ai suoi discepoli – e ai “legalisti” di ogni tempo! – ciò che è veramente importante agli occhi di Dio: la misericordia, che tocca il cuore dell’uomo, e non dei gesti – seppur religiosi – che rischiano di apparire esteriori e distaccati.
Il Papa è convinto che oggi il nostro mondo – non solo i cristiani, ma tutto il mondo! – abbia urgente bisogno di misericordia. Si tratta della misericordia di Dio che a cascata diviene misericordia dell’uomo nelle relazioni all’interno delle comunità cristiane e di quelle civili, nelle relazioni tra i popoli e tra le religioni. Per il Papa questo è un vero e proprio kairos, cioè un “segno dei tempi”, e quanto oggi lo Spirito chiede alla Chiesa. Essa è chiamata ad annunciare la misericordia e ad esserne segno credibile per un’umanità che ha perso la fiducia nella salvezza: “Perché è un’umanità ferita, un’umanità che porta ferite profonde. Non sa come curarle o crede che non sia proprio possibile curarle”
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento