Il giornale del 20 luglio. Edizione digitale
Addio borsellino. Sempre più frequenti e incentivati i pagamenti elettronici.
Fa discutere l’obbligo - introdotto dallo scorso 30 giugno - da parte di tutti i commercianti, artigiani, imprese e studi professionali di accettare il pagamento tramite POS per gli importi superiori ai 30 euro. Per chi ha poca dimestichezza con i “pagamenti elettronici”, il POS - acronimo delle parole inglesi “Point of sale” (punto di vendita) - balzato stavolta al centro dell’attenzione, è il sistema il cui terminale è quella macchinetta collegata alla rete telefonica e ogni volta che l’esercente striscia il bancomat o la carta di credito si collega al gestore del servizio per autorizzare il pagamento dell’oggetto venduto o del servizio erogato.
È insomma un sistema di pagamento che lascia una traccia precisa con tutte le informazioni utili sul bene oggetto della transazione, sul cliente e sull’esercente o il professionista. L’introduzione dell’obbligo di questa modalità di pagamento è avvenuta nell’ambito del decreto dal titolo abbastanza eloquente: “Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari”, con la volontà dichiarata di assicurare la piena tracciabilità dei pagamenti e, quindi, disporre di uno strumento in più nella lotta all’evasione fiscale.
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