Il giornale del 21 maggio
Aumentano gli ungulati, ritorna il lupo.
Da qualche tempo non passa settimana che in redazione non arrivi la notizia di un incontro, di una mostra, di una ricerca, in merito al ritorno di lupi e orsi e alla proliferazione delle loro prede, specie dei cinghiali. Il tema interessa, e molto, l’opinione pubblica. Come sa bene Elena Torresan, tecnica faunista originaria di Crespano del Grappa: ogni volta che viene chiamata nell’alto Trevigiano o nel Bellunese a parlare di fauna selvatica, la sala si riempie. Torresan ha studiato i lupi sull’Appennino toscano, le renne in Norvegia e gli ungulati in Cansiglio. Le chiediamo innanzittutto quello che tutti si chiedono: perché è D tornato il lupo nel nostro territorio? «Per tre motivi: le prede - ovvero gli ungulati - sono aumentate; l’ambiente è “ospitale” da un punto di vista della biodiversità di fauna e flora; siamo circondati da territori - Trentino, Appennino e Slovenia - in cui il numero di grandi carnivori è in crescita e quindi abbiamo una sorta di “immigrazione”». Dobbiamo temere i lupi? «Assolutamente no. Non si sognerebbero mai di assalire l’uomo: per il lupo è l’uomo il predatore. I problemi si possono porre solo dove questi animali vivono in cattività. Certo, nel caso si incrocino nel corso di una camminata vi sono delle attenzioni da avere: non fissarli, stare fermi, non correre, attendere che si allontanino».
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