Il giornale del 6 luglio. Edizione digitale

C'è chi davanti ad una persona Down è istintivamente portato ad evitarla, imbarazzato o infastidito, e chi, invece, prova un moto di simpatia e sa che dalle persone affette da quella sindrome potrà ricavare una relazione bella, simpatica, in nessun modo problematica. Questo doppio possibile comportamento è la dimostrazione di un cambio di atteggiamento nei confronti delle persone Down avviato da un po’ di anni, ma ancora non completato. «Un cambiamento c’è stato certamente, ma c’è un cammino da fare per poter arrivare ad una considerazione un po’ diversa della disabilità in generale, e delle persone Down».

A dirlo è Giuseppe Capitanio, papà di Beatrice, dal marzo scorso presidente dell’Aipd trevigiana, succeduto a Maria Grazia Santolin, “storica” fondatrice e prima presidente dell’associazione. «È un cambiamento che avviene grazie alle attività di associazioni come la nostra, che dimostrano capacità e potenzialità sorprendenti ».

In questo è certamente importante l’esperienza dell’Aipd, l’Associazione italiana persone Down sezione di Treviso – con sede a Mareno di Piave – che ha raggiunto nel 2014 il traguardo dei dieci anni di vita. Si stima che in provincia di Treviso le persone con Sindrome di Down siano 500-700. Stupisce che non esistano dati ufficiali, in qualche modo certificati da qualche istituzione. È il segno di un percorso ancora da compiere, per conoscere sufficientemente la realtà, per avviare valutazioni su strategie, servizi, progettualità.

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