Il giornale dell'8 marzo. Edizione digitale

Guai a farci prendere dallo spavento davanti alle atrocità dell’Isis. Perché è proprio questo che i fanatici di quell’organizzazione perseguono: impaurire l’opinione pubblica mondiale per indurre i governi a scelte che sarebbero devastanti, come nuovi interventi armati nei Paesi musulmani. È questa la ferma convinzione del vescovo di Nazareth Giacinto Boulos Marcuzzo, originario di San Polo di Piave ma da tantissimi anni residente in Terra Santa. Nei giorni scorsi il vescovo era in Italia per alcuni incontri, uno dei quali si è svolto a Sacile.

Mons. Marcuzzo, l’Isis le fa paura? «Non dobbiamo lasciarci impressionare dall’infiltrazione dell’Isis nei Paesi arabi. Non bisogna cadere nel tranello che ci stanno tendendo: avere paura. Loro intendono spaventare, in modo tale che la gente si metta sulla difensiva e adotti cattive soluzioni».

Com’è l’atmosfera oggi in Terra Santa? «La popolazione di Israele e Giordania è sorpresa. L’Isis è apparsa pochi mesi fa, a maggio/ giugno del 2014, ma non è presente in Israele e in Giordania. In Israele non c’è paura perché si sa che lo Stato non lascerà entrare gli uomini dell’Isis. In Giordania il re, con molto tatto e duttilità, ha saputo controllare la situazione senza provocare vittime nel proprio Paese e G manifestazioni inutili. La stessa cosa in Egitto, anche se quello è uno Stato più esposto per la presenza dei Fratelli musulmani: ma il nuovo presidente ha preso una posizione molto chiara rispetto all’Isis. Negli altri Paesi c’è maggiore preoccupazione, ma la gente ha aperto gli occhi, anche certe autorità musulmane si stanno rendendo conto di cosa sta succedendo».

CONTINUA A LEGGERE NELL'EDIZIONE DIGITALE DEL GIORNALE