L’Unitalsi della diocesi di Vittorio Veneto protagonista a Lourdes
Pellegrinaggio diocesano a Lourdes - Giorno 5
Il nostro vescovo, monsignor Corrado Pizziolo, a Lourdes sta presiedendo tutte le celebrazioni più importanti. Dopo la processione aux flambeaux di martedì sera, anche la messa internazionale del mercoledì lo ha visto sul grande altare della basilica sotterranea di San Pio X a consacrare il pane e il vino, insieme a circa 60 sacerdoti. Nel pomeriggio del medesimo giorno a lui è toccato il ruolo di portare il Santissimo Sacramento durante la processione eucaristica. Parallelamente molti sono i barellieri e le sorelle impegnati all’interno dei Santuari di Lourdes nei i vari servizi attinenti alle celebrazioni tra i quali portare gli stendardi alla processione eucaristica o caricarsi la statua di Maria sulle spalle per il rosario della sera sull’esplanade.
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Altri ancora si stanno occupati del servizio alle piscine per accogliere i pellegrini e i malati che, provenienti da varie parti del mondo, desiderano immergersi nell’acqua della Grotta.
Così accade che anche i pellegrini e persino gli autisti dei pullman vengano coinvolti nel dare una mano a spingere le carrozzine, dal momento che gran parte del personale è impegnato su altri fronti. Tutto ciò in linea con lo spirito di solidarietà e dell’essere famiglia proprio dell’Unitalsi, in cui ogni persona non si tira indietro quando c’è da dare una mano.
«Il fatto che – spiega il presidente dell’Unitalsi di Vittorio Veneto, Loris Meneghel – il nostro vescovo presieda le varie celebrazioni del Santuario di Lourdes e che ai nostri barellieri e sorelle vengano chiesti diversi servizi ci rende orgogliosi della nostra presenza, come Unitalsi della Diocesi di Vittorio Veneto, in questo luogo di fede. Tutti stanno dando il massimo e l’impegno viene ripagato dall’aver donato il proprio tempo e le proprie energie agli altri e alla Madonna. Il mio grazie va quindi a quanti unitalsiani vittoriesisi stanno spendendo con dedizione per la Chiesa universale che è a Lourdes in questi giorni e per far vivere, soprattutto agli ammalati, un pellegrinaggio intenso e profondo».
Gerda e Loris Robassa
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