MECCANICA: Padova Treviso, la produzione avanza del +41,6% nel secondo trimestre
Oltre i livelli pre-Covid
L’industria metalmeccanica di Padova e Treviso accelera nella prima metà dell’anno in corso, secondo la rilevazione congiunturale di Assindustria Venetocentro, e supera i livelli pre-pandemia. Nel secondo trimestre del 2021 la variazione della produzione è del +41,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, minimo della crisi per effetto del lockdown. Complessivamente, nel primo semestre la crescita su base annua è del +30,2%, e cosa ancora più importante, del +9,9% nel confronto con lo stesso periodo del 2019. Un miglioramento diffuso a tutte le attività della metalmeccanica (che rappresenta oltre il 30% del comparto industriale), seppur con tassi fortemente differenziati. Spinto fra aprile e giugno dal ritorno robusto del fatturato interno (+61,7%) e dalla corsa dell’export (+61,2% rispetto al 2020, già influenzato dagli effetti del Covid), soprattutto extra-UE. Il balzo degli ordini, sia interni che esteri (+65,1%), anticipa la continuità di tale contributo anche nei mesi estivi. L’accelerazione si legge anche nei dati sull’occupazione: il secondo trimestre consolida il segno positivo (+5,1%, +3,5 nel semestre), il 62,4% delle imprese metalmeccaniche assumerà nei prossimi sei mesi. La fiducia e le attese a breve degli imprenditori su produzione e ordini sono a livelli elevati, migliorano gli investimenti, sebbene permanga un clima d’incertezza connesso all’evoluzione pandemica, all’escalation dei prezzi delle materie prime (per il 92,1% delle imprese) e alla loro disponibilità e dell’energia.
«Numeri positivi, al di là del rimbalzo statistico nel confronto con un periodo in cui molte aziende erano chiuse per il lockdown - dichiara Filippo Pancolini, Presidente del Gruppo Metalmeccanico e Vicepresidente di Assindustria Venetocentro per le Politiche Industriali -. Lo dimostra la ripresa degli ordini e la crescita dei posti di lavoro. è un importante segnale di competitività e del convinto impegno delle imprese e dei loro collaboratori nel guardare avanti, anche dopo mesi molto difficili. La pandemia ha accelerato processi rilevanti che stanno cambiando l’impresa e il lavoro e Federmeccanica lancia il progetto Competitività per accompagnare tutte le aziende delle filiere metalmeccaniche, in particolare quelle più piccole, nei processi di digitalizzazione e di transizione ecologica e tecnologica. Proprio in questa congiuntura favorevole, è fondamentale promuovere l’innovazione per mantenere e rafforzare le nostre posizioni di leader nella metalmeccanica a livello europeo e mondiale».
L’indice di fiducia sui prossimi sei mesi conferma che l’industria metalmeccanica resta in fase espansiva, pur se con fattori di incertezza legati all’evoluzione della pandemia, alle difficoltà di approvvigionamento di chip e materiali e rincari delle materie prime. Migliorano i giudizi sulla produzione, attesa in crescita dal 51,3% (stabile dal 44,3); gli ordini interni, in aumento per il 39,0% e dall’estero (su per il 40,9%). Sull’occupazione prevalgono i giudizi di stabilità (51,5%) ma il 45,3% la prevede in aumento. Il 62,4% delle imprese metalmeccaniche farà nuove assunzioni entro l’anno (con punte nelle aziende di maggiori dimensioni). Gli investimenti, intanto, continuano la dinamica robusta, stabili o in crescita per nove imprese su dieci (di cui in aumento per il 37,7%).
«Il reperimento di nuovi collaboratori - commenta il Presidente Pancolini - rimane però una criticità per molte imprese metalmeccaniche, in particolare per le figure specializzate che possono promuovere l’innovazione digitale e tecnologica in cui siamo tutti impegnati. Questo problema ha carattere strutturale, e con Federmeccanica siamo da anni impegnati nell’incontro con i giovani e nell’orientamento per incoraggiarli a conoscere e apprezzare il lavoro e le opportunità di crescita delle nostre aziende. è un fattore di rischio, come lo sono il persistere degli alti prezzi delle materie prime, dei costi di trasporto e di quelli dell’energia. E l’incertezza sull’evoluzione che avrà la pandemia nei prossimi mesi. La complessità dei tempi che viviamo richiede spirito di coesione e di saper lavorare insieme per creare sviluppo, governare il rischio, dare stabilità al lavoro e alle aziende industriali, la risorsa prima del nostro territorio e del Paese. Intervenire in maniera decisa su problemi come il cuneo fiscale che va abbattuto e mettere le basi per gestire il cambiamento, ad esempio creando le competenze che serviranno alle imprese del futuro».
METALMECCANICA: A PADOVA TREVISO IL 41,2% DEL COMPARTO VENETO. L’industria metalmeccanica, con oltre 100mila imprese, è il più importante settore produttivo in Italia e il secondo in Europa dopo la Germania, rappresenta l’8% del Pil nazionale, il 50% delle esportazioni e oltre 1,6 milioni di addetti. Con circa 125 miliardi contribuisce per il 50% al valore aggiunto manifatturiero. Tra Treviso e Padova opera un distretto metalmeccanico aggregato con 9.765 imprese (41,2% del comparto in Veneto) e circa 100mila addetti (40,3% del totale). Un volume di esportazioni di quasi 11 miliardi di euro in un anno difficile come il 2020, il 42% dell’export metalmeccanico del Veneto, con un incremento del 60,9% dal 2009 al 2020. Uno dei primi poli meccanici e meccatronici in Italia, cuore del nuovo “triangolo industriale”, impegnato nella trasformazione digitale e 4.0.
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