Mamma a 17 anni, ho cambiato la mia vita per amore
La toccante lettera di Alessia oggi ventenne.
“Sono Alessia, oggi ho 20 anni e sono una giovane mamma, ma quando ho scoperto di essere rimasta incinta ne avevo appena 17. Ero troppo piccola per pensare di crescere un bambino, dovevo ancora crescere io. Volevo realizzarmi, volevo vivere a pieno quell’età così bella e spensierata. Era il 24 dicembre quando comprai un test di gravidanza. Le linee rosse comparvero subito nettamente e indicavano che dentro me c’era una nuova vita. Cominciai a piangere e la prima cosa a cui pensai fu a come dirlo ai miei genitori? A cosa avrebbero pensato? Con l’aiuto di mia cugina li affrontai. Quando glielo dissi piansero.
Ero la loro unica figlia femmina, la principessina di papà e loro avevano fatto tanti sacrifici per farmi studiare, per garantirmi un futuro, per non farmi mancare nulla. Io in cambio, avevo saputo solo bruciare le tappe e con loro anche la mia spensieratezza. Non mi parlarono per giorni, poi una mattina mentre ero nella mia camera vidi arrivare mia madre, mi diede una bacio e mi abbracciò forte: quello era il suo modo per dirmi che lei era al mio fianco. In quell’abbraccio mi sono sentita ancora una volta una bambina, forse ancora più piccola dell’età che avevo. Dio ne avevo davvero bisogno!
Ho realizzato di essere davvero madre quando il 18 gennaio del 2014 alla prima visita ginecologica io, mia madre e il mio fidanzato, abbiamo sentito battere il suo cuoricino. Era il suo, di quell’esserino dentro me, un cuore che batteva col mio, un’emozione unica che non posso spiegare! Col tempo il pancione ha cominciato a crescere, le mie amiche in classe restavano a guardarlo incredule. Il 7 marzo avevo un’altra visita ginecologica, dovevo scoprire il sesso e in classe abbiamo fatto un gioco: se fosse stato maschio il giorno dopo avrei dovuto indossare qualcosa di azzurro, se fosse stata femmina qualcosa di rosa. L’ 8 marzo entrai in classe e tutti mi guardavano per scoprire che cosa fosse, avevo un rossetto fucsia! Sì, era femminuccia. La mia principessa, la mia Swami, si chiama così la mia bambina. La gravidanza è stata lunga, sono arrivata a 41 settimane e i medici alla fine hanno deciso per un cesareo. Lei è nata alle 14.50.
Me la fecero vedere solo per pochi minuti ma a me bastarono per capire che era la mia bambina. Le avevo dato io la vita anche se in realtà era stata lei a farmi nascere di nuovo. Sì perché ora ero una madre, sua madre. Da quando lei è nata la mia vita è cambiata, totalmente. Ho messo in discussione ogni cosa, ogni persona, ogni progetto, ogni entusiasmo. Ho cambiato filtro ai miei occhi e ho osservato ogni dettaglio di questo mondo partendo da lei. Siamo cresciute insieme, ci siamo scoperte e amate giorno dopo giorno, e modellate a vicenda.
Io le ho insegnato a dire le prime paroline, a battere le manine, a camminare e lei mi ha insegnato a gioire davvero per le piccole cose e soprattutto mi ha insegnato a credere che il mondo sia realmente un posto bello se posso viverci con lei. Diventare mamma è stata l’avventura più sorprendente e coinvolgente che mi sia capitata. Oggi a distanza di due anni posso dire che non avrei potuto fare scelta migliore che mettere al mondo quella creatura. Nonostante i sacrifici e le mille rinunce ora Swami è qui accanto a me e non sulla mia coscienza per averla abortita. A chi si trova nella mia condizione dico: no all’aborto! Scegliete la vita”.
Ciao Alessia,
ho condiviso con te in classe il periodo dell’ l’attesa. Diventare mamma a 17 anni non è semplice… ma tu hai saputo scegliere la vita e lo hai fatto con grande coraggio e con quel sorriso solare e luminoso che caratterizza la tua essenza e la tua forza. Quello che scrivi è un esempio per tutte le ragazze che, scoprendo di aspettare un bambino hanno paura di affrontare una gravidanza. Ma è anche un insegnamento a vivere con responsabilità gli anni della giovinezza e a non sciupare il dono della sessualità racchiuso nei vostri corpi. Lo so che spesso, presi dal dinamismo della vostra età, siete stimolati a vivere tutto di corsa facendo indigestione dei preziosi talenti di cui siete depositari. Ma la tua è una storia di gioia e di speranza, pur con le sue difficoltà, segno che la vita come tu stessa dici è, e resta la più grande delle meraviglie. Ti ringrazio per questa bellissima lettera, in cui hai saputo scrivere emozioni e paure. Hai saputo dire quello che solo il cuore di una mamma può raccontare. Ti abbraccio forte!
Elisabetta Cafaro (tratto dal sito http://www.puntofamiglia.net/ )
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