Mose. Il patriarca Moraglia: "Chi ha sbagliato si ritiri e faccia silenzio"
Mons. Francesco Moraglia torna sullo scandalo che ha coinvolto Venezia.
''Il primo compito che abbiamo in questa situazione e' di non fare di ogni erba un fascio, colpevolizzando ingiustamente chi non lo merita. Certamente pero' chi oggi e' caduto non va lasciato solo; chi ha sbagliato sarebbe auspicabile che lo capisse, ne tirasse le conseguenze, ritagliandosi un periodo di riflessione personale e di silenzio. Ma, ripeto, nessuno deve dare giudizi sulle persone, perche' il giudizio appartiene solo a Dio che ne e' gelosissimo''.
E' l'invito del patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, a quanti sono implicati nelle vicende giudiziarie del Consorzio Venezia Nuova e del Mose.
''A noi, piuttosto, viene richiesto il discernimento a partire dai fatti e dalle situazioni perche' domani non siamo, a nostra volta, trovati manchevoli'', afferma il patriarca in una intervista al settimanale diocesano Gente Veneta.
''Si tratta di ricominciare dai fondamenti, dall'abc dell'etica, chiamando il bene bene e il male, e avendo il coraggio di farlo anche quando si e' personalmente coinvolti - prosegue Moraglia - Partiamo dalle piccole cose proprio perche' sono piccole e, quindi, alla nostra portata e di tutti i giorni; le grandi menzogne iniziano dalle piccole menzogne. Lo stesso vale per il 'piccolo' appropriamento indebito o la ''singola'' prepotenza. Dobbiamo tornare a interrogarci sul modo in cui facciamo le cose. Aver conseguito un fine significa ancora poco, veramente poco; e' essenziale il modo in cui abbiamo conseguito quel fine. Da qui nasce una regola fondamentale: prima viene il cuore dell'uomo e da li' tutto consegue''.
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