OMICIDIO ATTANASIO: il Parlamento europeo chiede indagine trasparente
Il Parlamento esprime preoccupazione per la situazione umanitaria e di sicurezza del Congo
Il Parlamento europeo, riunito in plenaria, “condanna l’uccisione dell’ambasciatore Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e dell’autista Moustapha Milambo” ed esprime “cordoglio alle famiglie delle vittime, al governo italiano e al personale del Pam (Programma alimentare mondiale)”, in una risoluzione approvata oggi con 669 voti favorevoli, 4 contrari e 17 astensioni. I deputati chiedono, specifica una nota, “che venga eseguita un’indagine indipendente e trasparente sull’accaduto e accolgono positivamente l’impegno del presidente della Repubblica Democratica del Congo Félix Tshisekedi a svolgere tali accertamenti”. I deputati “invitano l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue Josep Borrell, la delegazione e le missioni Ue nel Paese a proteggere i difensori dei diritti umani in situazioni di rischio e a garantire loro un rifugio temporaneo negli Stati membri, qualora necessario”. Il Parlamento invita inoltre l’Unione europea a incrementare i finanziamenti delle agenzie locali nella Rdc dell’Onu “che contribuiscono a proteggere i civili nel Paese”.
Gli eurodeputati chiedono inoltre che “vengano processati tutti i responsabili di violazioni dei diritti umani” ed esortano le autorità nazionali a sospendere dai propri incarichi i funzionari responsabili di tali crimini. I deputati invitano il governo della Rdc a “combattere la corruzione nel settore pubblico, utilizzando anche il meccanismo di sanzioni dell’Ue e chiedono inoltre l’organizzazione di elezioni credibili per il 2023 e un chiaro impegno nel garantire una sicurezza sostenibile nella Rdc orientale”.
Il Parlamento esprime infine “preoccupazione per la situazione umanitaria e di sicurezza nel Paese, a causa dell’aumento del numero di sfollati interni, le attività militari svolte da milizie armate straniere e nazionali e per le operazioni di contrabbando di risorse naturali. Invita quindi gli investitori internazionali, compresa la Cina, a rispettare il diritto internazionale, incluse le norme in materia di estrazione mineraria”.
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