Preghiera dell'alpino. Il vescovo Corrado: "Io personalmente e la diocesi profondamente feriti"

«Sono convinto che tutto il cancan mediatico che ne è seguito e che, devo essere sincero, ha profondamente ferito me personalmente e più ancora la nostra diocesi, è stato causato da alcune incaute comunicazioni alla stampa da parte dei protagonisti e inoltre dal fatto che eravamo a metà agosto e una notizia così era assai ghiotta per i giornali. In terzo luogo, proprio per il modo con cui la notizia è stata presentata e divulgata, essa ha fatto scattare in tante persone reazioni puramente emotive e, a mio avviso, poco ragionate. Quasi che la diocesi o il vescovo disprezzino gli alpini, ce l’abbiano con loro, non riconoscano quanto di bene fanno e così via. Tutte cose che non corrispondono affatto alla realtà, dal momento che il rapporto con gli alpini delle nostre parrocchie (il mio, ma anche quello della generalità dei preti) direi che è più che buono. Sicuramente – visto quanto è capitato – dovremmo riflettere e trovare un modo perché queste cose non avvengano più».Così il vescovo Corrado Pizziolo in un'ampia intervista rilasciata all'Azione sui fatti accaduti lo scorso 15 agosto quando alcuni alpini sono usciti dalla cappella prima della conclusione della messa per recitare la preghiera dell'alpino.